Capolavori e curiosità: viaggio in Ognissanti
La chiesa e le sue storie nel libro-strenna di Banca e Fondazione Cr Firenze
È la chiesa dei Vespucci, di Botticelli e del Ghirlandaio, dei Medici ma sulla facciata spicca in alto un grande stemma di Firenze, con il giglio che ha sostituito il preesistente scudo con le sei palle medicee. Oggi sarebbe inconcepibile, ma nell’Ottocento c’era molta più disinvoltura verso la storia e così si scopre che il Comune di Firenze , avendo pagato il restauro della facciata della chiesa di Ognissanti, tolse lo stemma dei Medici per mettere la sua firma.
È solo una delle tante scoperte che il libro San Salvatore in Ognissanti. La Chiesa e il Convento, realizzato grazie alla collaborazione di Banca CR Firenze e Fondazione CR Firenze, consente di fare, nel viaggio lungo i sette secoli in una delle chiese caratteristiche di Firenze ma anche sottovalutate, poco conosciute nonostante i capolavori che racchiude e l’importanza storica. Ognissanti è la chiesa degli Umiliati, l’ordine dei frati lombardi che fondò la chiesa nel 1251 e portò la lavorazione della lana, attestandosi fuori le mura, vicino all’Arno per sfruttarne l’acqua, e ponendo la prima base della ricchezza fiorentina, poi aumentata grazie ai banchieri. È la chiesa dei Vespucci, di quell’Amerigo che dette il nome al nuovo continente e che lì è sepolto, di quella Simonetta — la donna più bella del Rinascimento — che Botticelli ha reso eterna facendone la Venere, dello stesso Botticelli che lì volle essere seppellito.
Celebri sono gli affreschi di Domenico Ghirlandaio, San Girolamo nello studio, e di Sandro Botticelli, Sant’Agostino nello studio, assieme alla Madonna della Misericordia e tutti i cambiamenti e rimaneggiamenti che la hanno interessata nei secoli sono analizzati nel libro, come anche quelli del convento (ridotto alla fine a caserma, prima di tornare in mano ai religiosi) in cui spicca nel cenacolo L’ultima cena del Ghirlandaio. La facciata barocca fu realizzata molto dopo la chiesa, a metà del Seicento, con la tipica pietra forte fiorentina ma rifacendosi a modelli romani, lo slanciato campanile restaurato assieme alla facciata e al campanile nella seconda metà dell’Ottocento, in contemporanea con l’inaugurazione della facciata del Duomo, e leggendo si scoprono anche le molte compagnie laicali, di uomini e donne, che la frequentavano. Il volume, a cura di Riccardo Spinelli, fa parte della collana dedicata agli edifici religiosi della città, iniziata nel 1983 da Cassa di Risparmio di Firenze e proseguita con Fondazione CR Firenze, ed è la prima pubblicazione sistematica sulla chiesa. Una chiesa che si chiama San Salvatore perché con la soppressione degli Umiliati fu affidata ai Minori Francescani di San Salvatore al Monte.