Dieta a Medicina, via un dipartimento
Dopo le polemiche a Careggi, il rettore Dei spiega il piano: non è un gioco di poltrone
«Dopo anni di legge Gelmini, con la moltiplicazione dei dipartimenti universitari, stiamo ritoccando l’attuale assetto universitario per raggiungere migliori performance, riaggregando aree». Il rettore Luigi Dei annuncia così l’accorpamento di alcuni dipartimenti che passeranno dal primo gennaio 2019 dalle 24 attuali a 21. La vecchia facoltà di Medicina, divisa in cinque dipartimenti, si riduce a quattro.
«Dopo anni di legge Gelmini, con la moltiplicazione dei dipartimenti universitari, stiamo ritoccando l’attuale assetto universitario per raggiungere migliori performance, riaggregando aree e migliorando così la collaborazione culturale e scientifica tra alcune discipline accademiche».
Il rettore Luigi Dei annuncia così l’accorpamento di alcuni dipartimenti, le vecchie facoltà, che passeranno dal primo gennaio 2019 dalle 24 attuali a 21. La vecchia facoltà di Medicina, divisa in cinque dipartimenti dopo la legge Gelmini, si riduce a quattro, con il superamento di Medicina e Chirurgia traslazionale, con i suoi sessantotto docenti e ricercatori che confluiranno negli altri quattro dipartimenti «a seconda dei progetti di ciascun gruppo disciplinare».
Dal 2019, si tornerà inoltre a un solo dipartimento di Agraria, dai due attuali. Mentre Scienze della Formazione e Psicologia si fonderà con Lingue e Letterature Straniere. Di fatto, un accorpamento in area medica, uno in quella tecnica e uno in quella umanistica.
Il rettore risponde così anche alle proteste del professor Pasquale Gallina, espresse nel consiglio di dipartimento di Medicina e Chirurgia Traslazionale lo scorso settembre e riportate ieri dal Corriere Fiorentino, sulla fuga di 16 docenti verso altri dipartimenti. Si trattava, secondo Luigi Dei, di un gruppo di professori che aveva solo anticipato quanto poi avrebbe ratificato l’Ateneo, ovvero la scomparsa di una delle cinque «facoltà» di Medicina. Una decisione approvata con oltre i due terzi dei voti dal consiglio di dipartimento, poi ratificata dal Senato accademico e, infine, il 30 novembre, dal Consiglio di amministrazione dell’Università.
«Quello che abbiamo fatto non è un gioco di poltrone — spiega Dei — Ma risponde a finalità di un piano strategico che va ben oltre la realtà di Careggi e riguarda tutto l’Ateneo. Un piano fortemente sostenuto da me, che tende a fare riaggregare i dipartimenti sulla base di progetti scientifico culturali, aumentando la collaborazione tra diverse discipline».
Due anni fa il rettore, durante gli Stati generali dell’area medica, aveva annunciato il suo auspicio di passare da cinque a tre dipartimenti medici, perché lo spezzettamento aveva indebolito la parte accademica di Careggi rispetto a quella aziendale. Del resto era un’idea che era già stata contemplata dopo l’approvazione della legge Gelmini del 2010, ma che era stata scartata in favore del modello a cinque, perché, disse nel 2016 Dei, «questo ambiente è pieno di prime donne e più dipartimenti significava più posti di comando per tutti».
I docenti accolsero con freddezza, se non con diffidenza, la proposta del rettore. Ma ora, dice ancora il rettore, «le posizioni evidentemente sono maturate». Da parte sua, il prorettore all’area medica, il professor Paolo Bechi, precisa che tra i docenti di Medicina «non è in corso alcuna guerra: a protestare sono solo un paio di professori su qualche migliaio».
Ieri il Corriere Fiorentino aveva dato notizia anche degli esposti presentati al Tar dal professor Oreste Gallo, otorinolaringoiatra, per chiedere di annullare alcuni atti dell’Ateneo e di Careggi, a suo giudizio illegittimi, che riguardano concorsi per professore ordinario per primario. Ora, emerge che sul caso è stato presentato un esposto: la Procura di Firenze, nel gennaio scorso, ha aperto un fascicolo e ha iscritto tre persone sul registro degli indagati.
Il caso La Procura sulla base di un esposto ha aperto un fascicolo su cattedre e primariati