Schiavone assolto in Appello: «Nessun peculato»
In primo grado l’ex direttore del Sum era stato condannato. Pena ridotta all’ex dirigente
Non usò il denaro dell’Istituto di Scienze Umane per spese private. La Corte d’appello di Firenze ha così assolto il professore Aldo Schiavone, ordinario di istituzioni di diritto romano ed ex direttore del Sum, dall’accusa di peculato. Pena ridotta a due anni invece per Daisy Sturman, ex dirigente amministrativa.
È stato lo stesso pg Vilfredo Marziani a chiedere l’assoluzione del settantaquattrenne docente di Pomigliano d’Arco, fondatore e direttore dell’Istituto che nel 2012 è stato accorpato alla Scuola Normale di Pisa. In primo grado, Schiavone era stato condannato a 2 anni e 4 mesi, mentre alla dirigente erano stati inflitti a 2 anni e 2 mesi. A dare il via all’inchiesta coordinata dal pm Giulio Monferini, era stata una segnalazione. Per l’accusa, il docente aveva gestito il Sum come una cosa privata, sprecando così il denaro pubblico. Dai registri erano emersi viaggi in Turchia, Usa e Francia con mogli, parenti e amici, rimborsi per missioni non previste e cene alla trattoria da Lino e ai tavolini dell’Harry’s bar a Venezia.
Infine, gli investigatori della guardia di finanza avevano scoperto sui libri contabili del Sum, analizzando 1500 tra fatture e ricevute, rimborsi per missioni non previste e acquisto di vino passato per materiale di cancelleria. «Il dovere di ospitalità mi obbligava a tenere un’enorme rete di rapporti e di viaggi all’estero» spiegò il professore nel corso del processo di primo grado. «Contabilità caotica, ma nessun uso privato del denaro pubblico — ha sottolineato ai giudici della Corte d’appello l’avvocato Enrico Zurli — il professor Schiavone quando presentava i documenti di spesa erano altri a classificarli e ad approvarli».