Leonardo disegnato da Hollar, che caricature
A Vinci l’esposizione inaugura le attività della Fondazione Rossana & Carlo Pedretti
Vinci ha da oggi un nuovo centro culturale: è l’ottocentesca Villa Baronti Pezzatini, proprietà di finanziatori russi, da poco restaurata e data in comodato alla Fondazione Rossana & Carlo Pedretti. È qui che oggi si inaugura la mostra dedicata a Leonardo, con due disegni prestati dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano messi a confronto con le incisioni che delle sue caricature fece l’artista boemo seicentesco Winceslaw Hollar, di cui per la prima volta vengono esposte delle opere in Italia. Si intitola Leonardo disegnato da Hollar ed è curata da Annalisa Perissa Torrini, anche direttrice della fondazione. È la prima di una ricca serie di esposizioni che vedrà la luce nel corso del 2019, in occasione dei cinquecento anni della morte di Leonardo. Troviamo esposti circa cinquanta capolavori sul tema della caricature e del deforme, temi su cui Leonardo trovava grande fonte di ispirazione.
Dieci anni fa il professor Carlo Pedretti iniziò la valorizzare di trentuno incisioni di Wenceslaus Hollar, che acquistò negli anni Cinquanta. La Fondazione, presieduta da Rossana Pedretti, vedova di Carlo, ne presenta ora in mostra alcune mai esposte finora, incisioni di «primi stati», opere tirate direttamente dall’artista. «Hollar — spiega la curatrice — è stato senza dubbio uno dei più grandi e generosi incisori di tutti i tempi, e questo nonostante la quasi cecità ad un occhio, e le sue stampe da disegni di Leonardo, fondamentali per la loro diffusione, sono qui presentate per la prima volta in Italia quale focus di un’esposizione di grafica».
La città natale di Leonardo recupera così uno dei suoi luoghi simbolo del centro storico: la villa a tre piani con ampio giardino, risalente al 1821 ed eretta dai Conti Bellio. Dove visse e lavorò anche il pittore Telemaco Signorini nel 1872.
Il tema dominante dei ritratti è il «brutto», nel senso del deforme, del grottesco, del volto segnato dal tempo. Leonardo rappresenta le variegate emozioni espresse da un volto marcando il confronto tra gioia e dolore, freschezza giovanile o degrado senile, anomalie fisiognomiche, deformazioni mutate ed esagerate del carattere umano, l’infinitamente brutto come esatto opposto dell’infinitamente bello. Arrivando a scrivere appunto che «le bellezze con le bruttezze paiono più potenti l’una per l’altra». Dell’incisore boemo poi troviamo ulteriori profili, teste fortemente «caricate», alcune proprio bizzarre, oltre a un piccolo gruppo di sue incisioni tratte dai disegni anatomici di Leonardo.