LE CASCINE ALLA LONDINESE
Poche ore prima che una pattuglia di carabinieri venisse accerchiata alle Cascine da un gruppo di pusher, Palazzo Vecchio aveva riscongelato attraverso le pagine della Nazione il piano di rilancio del parco. Più che una imbarazzante concomitanza, forse si è trattato semplicemente di un richiamo al realismo. Troppi sono stati gli annunci. Indimenticabile l’impegno preso dall’allora sindaco Matteo Renzi che volle legare la sua ricandidatura a Palazzo Vecchio al recupero della vivibilità delle Cascine. Sappiamo com’è andata: Renzi prese la via per Roma e quel progetto è rimasto lettera morta. Anzi, nel frattempo la situazione è peggiorata perché il parco è diventato un mercato della droga che sfrontatamente lavora ogni giorno alla luce del sole, soprattutto lungo il percorso della tramvia che garantisce comodi spostamenti a venditori e clienti. E allora a che serve promettere iniziative a catena se prima non si consente ai fiorentini di tornare nel loro parco senza paura? Non serve prefigurare eventi a catena (di che tipo poi: ci facciamo un altro mercatino degli arrosticini per far contenti i nostri commercianti?). L’assessore Bettini lasci perdere i fuochi d’artificio. Ci bastano quelli di San Giovanni. Le Cascine non si salvano trasformandole in un parco di divertimenti. Sono il «polmone verde» della città ed è questa funzione che va garantita. Tra il (disastrato) piazzale Vittorio Veneto e l’Indiano si dovrebbe poter fare passeggiate, a piedi o in bicicletta, portare i ragazzi a giocare nei prati, magari perfino leggere (un libro, qualche giornale, gli appunti di lavoro e di studio) o dormire. Un po’ come di domenica fanno nei parchi di Londra i mitici sudditi di sua Maestà. Senza sicurezza non ci può essere alcun rilancio. Ed è un buon motivo per rinunciare da subito alla costruzione di un’altra passerella, più ad ovest dell’Isolotto, che diventerebbe un’altra via di fuga per chi alle Cascine delinque. Giunta e opposizioni lascino perdere slogan e rinfacci acchiappavoti (o acchiappacitrulli). Piuttosto ci spieghino come intendano concretamente concorrere affinché, in un concerto di sforzi di tutte le istituzioni, il parco dei fiorentini tale torni a essere. Lasciandoci alle spalle lo smercio della droga. E anche i pentoloni di minestrone di alcune comunità straniere che banchettano nel verde come fossero alla fiera del paese di Focomevoglio. Il decoro si difende a 360 gradi.