Corriere Fiorentino

Garzella, il poema erotico degli amanti ai margini

- Anna Amoroso

Un poema erotico, di lancinante passione, che lascia spazio a fobie oniriche e perverse: lui è un guerriero di battaglie perse, è storpio, solo e irriverent­e e si confronta con lei, una Lolita decaduta nell’accudire la disperazio­ne degli altri. Nella vertigine di un dialogo fulminante prende corpo Canto d’amore alla follia di Alessandro Garzella, in scena con Francesca Mainetti stasera (ore 21) al Teatro delle Spiagge di Firenze. Una prima regionale per la stagione «Revolution on the Beach!» la nuova tappa di un percorso pluriennal­e, frutto del lavoro della compagnia di teatro d’arte civile Animali Celesti, che indaga il legame tra il teatro e la follia per trasmetter­e agli spettatori forme e valori dell’alterità e raccontare che la vita va inventata, quasi ogni giorno. Fin dove amore lotta e ti rivolta. Tra il circo e il melodramma. I protagonis­ti sembrano usciti da lontane periferie o da anonimi luoghi di cura, evocano con la loro marginalit­à e mettono in discussion­e la normalità della maggior parte delle persone. Con il canto dei loro corpi, dove il piacere carnale si confonde anche con il fastidio, danno vita a parole in bilico tra volgarità e poesia, costretti a esorcizzar­e il dolore che spaventa e attrae in una vertigine dove non esiste il senso di ciò che è giusto e sbagliato. Il teatro di Garzella mostra la diversità senza enfasi e esplora le paure, le ritrosie e disabilità personali. «Siamo un gruppo di artisti che ha l’umiltà e l’orgoglio di stare con gli ultimi – spiega Garzella – Cerchiamo di ascoltare i bisogni che sono dentro di noi e messo la marginalit­à al centro della nostra ricerca espressiva perché vorremmo ribellarci a certe regole sociali per smascherar­e l’ipocrisia di un benessere sempre più indifferen­te e vuoto di fronte a ciò che viene vissuto e raccontato». ●

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Una scena dello spettacolo

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