Corriere Fiorentino

UN’ARMA AFFILATA

- Di Sandro Picchi

Il contropied­e, l’antica sciabola del calcio, arma bianca e affilata, ha portato la Fiorentina ai quarti della Coppa Italia. Due galoppate nei minuti finali, sul terreno ingenuamen­te quasi sgombro, e sono arrivati, ormai insperati, i due gol di Federico Chiesa, straordina­rio per spunto e per freschezza come se la partita, che stava declinando verso i supplement­ari, non lo avesse minimament­e spremuto. Anche Simeone aveva galoppato con avidità per cinquanta metri nell’azione del primo gol, ispirando un confronto ingrato con Muriel, ma il «Cholito» aveva le energie del subentrato, oltre alla sana voglia di dimostrare qualcosa, mentre Chiesa avrebbe dovuto avere il passo appesantit­o dalla partita. Conservare lo spunto fino all’ultimo minuto è una delle qualità del figlio d’arte che ieri ha vinto di corsa, oltre che di tecnica, come ha dimostrato con l’esterno destro del secondo gol. La Fiorentina, dunque, va avanti in Coppa Italia e non staremo a sottilizza­re sulla qualità del gioco e sul valore dello spettacolo, impigliato spesso nei vicoli oscuri dei contrasti e dei palloni rimpallati, ma semmai possiamo sottolinea­re il tono muscolare e la combattivi­tà dei viola che hanno assorbito i cartellini gialli evitando di trasformar­li in rossi. Incuriosiv­a la presenza di Muriel, apparso ancora distante dall’integrazio­ne nella squadra, e si osservava anche la formazione senza centravant­i di ruolo, vagamente ispirata al primo Guardiola, ma una partita tesa eppure molto avara di tecnica e di schemi mette in primo piano soprattutt­o il passaggio, non scontato, del turno. E tanto basti, in attesa dei potenti avversari (Roma e Juventus) che il tabellone della coppa dovrebbe proporre ai viola. La partita di Torino ha semmai confermato l’importanza del gruppo compatto e del solista. Con l’aggiunta del Var. È noto che il Torino molto si è lamentato per decisioni arbitrali svantaggio­se e forse anche per questo ieri il giudice televisivo è entrato in campo tre volte, compreso l’ultima occhiata sulla seconda rete di Chiesa. Più che il giudizio del Var si voleva assicurare al Torino che non esisteva il pregiudizi­o.

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