Corriere Fiorentino

Chiesa il matador

Doppietta di Federico, la Fiorentina batte il Torino e vola ai quarti di finale di Coppa Italia Pioli: giusto premio per tutti

- di Matteo Magrini

Chissà se sabato pomeriggio, nascosto tra i 30.000 che hanno riempito Piazza Castello, c’era anche lui. Di certo, il movimento «Sì Tav», non potrebbe trovare testimonia­l migliore. Un po’ come la Fiorentina, che sale sul Treno alta Velocità numero 25, batte 2-0 il Toro, e vola ai quarti di finale di Coppa Italia.

Un successo autografat­o da Federico Chiesa. Capace di caricarsi la squadra sulle spalle e, in sei minuti, di portarla oltre il tunnel di una partita che pareva infinita. Ha esagerato, Fede, facendo quello che tutta Italia (non solo Firenze) gli chiede. «Deve segnare di più», aveva detto giusto un paio di giorni fa Roberto Mancini. Accontenta­to. Doppietta, e fanno cinque in stagione. E poi il resto.

La voglia di crederci fino alla fine, l’istinto (fondamenta­le per farsi trovare pronto sulla rete dello 0-1), la spaventosa velocità, la resistenza (i gol sono arrivati all’87’ e al 92’) e la classe. Una delizia, quel tocco d’esterno per il raddoppio. Per farla breve: un fenomeno. Uno di quei giocatori che, nel mercato impazzito di oggi, possono facilmente raggiunger­e quotazioni in tripla cifra. Eppure, sarebbe sbagliato fermarsi qua. «Non è stata la mia vittoria — sottolinea lui stesso a fine partita — ma quella di tutta la squadra. Avevo già detto che avrebbe vinto chi ci avrebbe creduto di più, e siamo stati noi». Parole da leader. Giuste. Perché c’è tanto, nel successo di ieri.

C’è la voglia di imporre se stessi anche sul campo di un avversario tosto come il Torino vista nel primo tempo, e c’è il saper soffrire nelle difficoltà, come accaduto nel secondo. Pioli, insomma, può esser contento. «Sapevamo — afferma — che sarebbe stata dura. Affrontava­mo un avversario forte, ma partite così possono essere molto importanti perché possono convincere i ragazzi che aggiungend­o al loro talento sacrificio e umiltà si può andare lontano». Dove? «Gli obiettivi vanno costruiti partita per partita. Di certo — prosegue il mister — vogliamo far meglio del girone di andata». È stata, appunto, una gara to-

L’allenatore

«È un premio per tutti, con sacrificio e umiltà dobbiamo migliorare il girone d’andata»

sta. Lunga, densa, fangosa. Soprattutt­o, equilibrat­a. Pioli, come da sensazioni della vigilia, ha lanciato fin da subito Muriel (prova discreta, con un solo vero spunto in mezzo a tanti palloni sporchi), lasciando in panchina Simeone, e puntando su una specie di 4-3-1-2 con uomo centrale (a turno il colombiano, Chiesa, o Mirallas) e gli altri due larghi.

Ne son venuti fuori 45’ (i primi) convincent­i, che i viola avrebbero meritato di chiudere in vantaggio. Almeno un paio di occasioni (clamorosa quella per Mirallas nel finale) e un rigore non concesso dopo il primo di tre (lunghissim­i, e decisivi) interventi del Var. A conti fatti però, le decisioni dell’arbitro (Abisso) son parse tutte corrette. Compreso il gol annullato a De Silvestri (nella ripresa) e quello convalidat­o a Chiesa, per il raddoppio. Equilibrio, anche negli episodi. Del resto si sapeva. Torino e Fiorentina son squadre simili, per obiettivi e valori. Non a caso, in classifica, son separate da un punto soltanto.

E non a caso, ieri, si sono prese un tempo per parte. Nella ripresa infatti il match si è capovolto, con i granata all’attacco, e i viola in trincea. Un muro, quello formato da Lafont, Milenkovic, Vitor Hugo e Pezzella, che si conferma tra i più solidi in circolazio­ne. Poi, e torniamo al punto di partenza, il Treno Alta Velocità numero 25 ha deciso che era venuto il momento di aprire il gas, e tanti saluti. Eppure, se la Fiorentina ha vinto, deve ringraziar­e (e parecchio) anche Simeone. È stato lui, con quella corsa in solitaria che ha portato al primo gol di Federico, a ribaltare azione e partita. Il modo migliore, per reagire alla panchina e all’arrivo di Muriel. «È entrato alla grande – commenta Pioli — è così che si diventa squadra. Tra Giovanni e Luis non dev’esserci dualismo, ma la voglia di far bene».

Tutto bello, insomma, in attesa di conoscere l’avversario nei quarti che, salvo clamorose sorprese, sarà la Roma, impegnata oggi contro l’Entella. Prima però, domenica (al Franchi) la Sampdoria. Un altro scontro diretto. Un’altra fermata (fondamenta­le) nel percorso verso l’Europa. Intanto, si riparte da Torino. Dal saluto al capitano, laddove tutta la squadra, per la prima volta dopo la scomparsa di Astori, salutò così i tifosi, cantando con loro. E chissà che non sia un segno del destino...

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 ??  ?? Sopra il gol del vantaggio di Federico Chiesa dopo una bella azione di Simeone A lato Muriel che ieri ha debuttato da titolare
Sopra il gol del vantaggio di Federico Chiesa dopo una bella azione di Simeone A lato Muriel che ieri ha debuttato da titolare
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