Corriere Fiorentino

Arrestato Savasta, il magistrato che Dagostino portò a Palazzo Chigi

Nuovi guai per l’ex socio di Tiziano Renzi. Fu lui a presentare il magistrato Savasta a Lotti

- di Antonella Mollica

Viaggi e regali di lusso e soldi per aggiustare i processi. È questa l’accusa contenuta in un’inchiesta partita da Firenze, e poi approdata per competenza a Lecce, che ieri ha portato in carcere due magistrati che avevano prestato servizio a Trani, in Puglia, l’ex pm Antonio Savasta, ora giudice al tribunale di Roma, e l’ex gip Michele Nardi, ex ispettore al ministero di Giustizia, ora pm a Roma. Al centro della vicenda c’è l’imprendito­re pugliese Luigi Dagostino, re degli outlet ed ex socio di Tiziano e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Il nome di Dagostino è legato alle più importanti operazioni immobiliar­i degli ultimi anni a Firenze: l’acquisto dello storico caffè di Piazza Signoria «Rivoire» e il progetto di realizzare appartamen­ti di lusso nel vecchio Teatro comunale (operazione che non è andata in porto).

Dagostino, già finito agli arresti per false fatturazio­ni lo scorso giugno in un’inchiesta della Procura guidata da Giuseppe Creazzo, ieri è stato raggiunto da una misura interditti­va per un anno per corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa dei pm leccesi Leonardo Leone de Castris e Roberta Licci, l’allora pm Savasta, in cambio di regali, avrebbe omesso di indagare sul suo conto. Le indagini sulle aziende dell’imprendito­re trapiantat­o a Firenze sarebbero state avviate solo dopo la trasmissio­ne degli atti alla Procura di Firenze. I due magistrati sono accusati di associazio­ne per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi tra il 2014 e il 2017 quando erano in servizio a Trani. Secondo l’accusa a svolgere il ruolo di intermedia­rio, tra imprendito­re e magistrati, sarebbe stato l’avvocato Ruggiero Sfrecola, amico di infanzia di Dagostino, anche lui adesso interdetto per un anno dalla profession­e.

Nell’agenda di Dagostino del 2015 sequestrat­a dalla Guardia di Finanza di Firenze sono stati trovati i dettagli del «patto corruttivo»: nominativi, date, importi (20-25 mila euro a ogni incontro con l’avvocato alla vigilia di un appuntamen­to giudiziari­o).

Grazie a Dagostino Savasta era riuscito ad arrivare anche a Palazzo Chigi. Era il 17 giugno 2015 quando l’imprendito­re fece incontrare il pm con l’allora sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, trasferta a cui partecipò anche l’avvocato Sfrecola. All’epoca Dagostino e Lotti avevano buoni rapporti tra di loro. Per questo — scrive il gip leccese Giovanni Gallo nell’ordinanza di quasi 900 pagine — «profittand­o di questi rapporti Dagostino chiese e ottenne da Lotti un incontro a Palazzo Chigi per il magistrato che era alla ricerca di soluzioni per la sua già compromess­a, da procedimen­ti disciplina­ri e penali, situazione profession­ale».

Dagostino, interrogat­o nell’aprile scorso in Procura a Firenze spiegò di aver incontrato per caso in un bar di Barletta il pm Savasta «che si mise a parlare con me e mi disse che era interessat­o a presentare un disegno di legge in materia di rifiuti. Ci pensai e siccome l’unico politico che avevo visto tre o quattro volte, tramite Tiziano Renzi, era Lotti decisi che lo potevo portare da lui». Del tutto inverosimi­le, scrive il gip: «È evidente che il pm era interessat­o a ottenere un trasferime­nto che gli consentiss­e di allontanar­si dalla Procura di Trani».

L’inchiesta della Guardia di Finanza di Firenze, coordinata dalla pm Christine Von Borries e dal procurator­e aggiunto Luca Turco, partì dopo una segnalazio­ne dei finanzieri di Barletta. Interrogat­o in Procura a Firenze il 14 aprile scorso Lotti dirà di non ricordare il motivo di quell’incontro con Savasta. «Non riesco a ricordare bene Savasta e cosa mi chiese anche perché durante la mia funzione di sottosegre­tario ho incontrato molti membri togati e non togati del Csm. Ho incontrato anche altri pm e giudici». Poi ha spiegato di aver conosciuto Dagostino tramite Andrea Bacci di cui era amico. «È noto — prosegue Lotti — che ero in buoni rapporti con Tiziano Renzi con il quale passeggiav­o ogni lunedì da via Mazzini alla stazione e quindi è probabile che tale appuntamen­to lo abbia chiesto Bacci o Tiziano Renzi. Dagostino è venuto a Palazzo Chigi due o tre volte, mi parlava sempre di argomenti fiorentini concernent­i l’outlet the Mall di Reggello. Chiedeva come si potevano ottenere i permessi a costruire e io gli rispondevo di rivolgersi ai vari comuni per avere quelle informazio­ni».

Ieri il gip ha anche disposto il sequestro di beni per due milioni di euro agli indagati. A Nardi 672 mila euro, tra cui un Rolex e diamanti; a Savasta 490 mila euro, a Dagostino e Sfrecola 53 mila euro.

L’ex sottosegre­tario «Non mi ricordo di lui e che cosa mi chiese Ho incontrato negli anni molti giudici»

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 ??  ?? Il vecchio Teatro Comunale di Firenze: Dagostino tentò di acquistarl­o
Il vecchio Teatro Comunale di Firenze: Dagostino tentò di acquistarl­o
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L’ex ministro Luca Lotti
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L’ex pm Antonio Savasta

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