SE ROSSI CHIEDE UNITÀ
«Tra me e Dario Nardella ci sono delle differenze, ma io lavorerò per far vincere il centrosinistra»: così ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, nell’intervista pubblicata domenica scorsa sul Corriere Fiorentino. Una vera e propria dichiarazione di voto per il sindaco di Firenze che in primavera chiederà agli elettori un altro mandato a Palazzo Vecchio.
È vero che Rossi guida il governo della regione con il sostegno decisivo del Pd, ma dopo anni di guerra civile politica, e dopo la scissione dei democratici ostili all’allora segretario Matteo Renzi, a sinistra nessuna intesa può ritenersi scontata.
Il governatore però sembra andare oltre la questione del suo ruolo personale nelle amministrative di primavera. L’endorsement a favore di Nardella ha il significato di un appello a tutto il variegato mondo del centrosinistra e della sinistra più radicale per darsi un obiettivo comune e impedire la vittoria della Lega, prima a Firenze e poi l’anno prossimo alla regionali.
Le ripetute sconfitte di tutte le sigle che sono sorte negli ultimi anni alla sinistra del Pd hanno certamente influito sulla scelta di Rossi, che alla nascita di «Articolo 1-Mpd» contava invece su un bottino consistente di voti; fatto è che così il governatore tenta di contrastare l’attitudine, assai consolidata a sinistra, di far perdere il concorrente della stessa area, a costo di far vincere l’avversario di destra. Un effetto di quei fenomeni autodistruttivi che affondano le sue radici nella storia novecentesca del comunismo internazionale, dal massimalismo al frazionismo. Quante volte a sinistra si è preferito privilegiare la purezza ideologica rinunciando a incidere sui rapporti di forza tra i partiti? Vedremo presto se la richiesta di Rossi sarà accolta o respinta. E da chi. A giudicare dall’iniziativa che nei giorni scorsi Graziano Cioni ha condotto per convincere Andrea Magherini, fratello di Ricky, a candidarsi a sindaco, la voglia di unità a sinistra non pare proprio dirompente. Anche perché sul piano dei contenuti non sarà facile trovare accordi accettabili, se mai Nardella si decidesse a sedersi a un tavolo di trattativa. Il suo proposito di tornare alla gestione pubblica dell’acqua è stato un segnale importante. Non è affatto detto che basti.