«I miei 4 anni in difesa del David»
La direttrice dell’Accademia: deciderà il ministero, con le multe sul David raccolti 50 mila euro
«Mi piacerebbe rimanere, se dipendesse da me, ma bisogna vedere le decisioni a livello ministeriale». Cecilie Hollberg si candida per un secondo mandato come direttrice della Galleria dell’Accademia e fa un bilancio dei suoi primi tre anni alla guida del museo fiorentino. Con uno sguardo al futuro.
«Abbiamo fatto tanto, nonostante la carenza di personale, e ci sono ancora tante cose da fare». Va orgogliosa soprattutto di un risultato: il copyright sul David, la tutela dell’immagine della statua di Michelangelo, tramite l’ordinanza del Tribunale di Firenze del 2017, che ne contrasta l’uso illecito a fini commerciali. La decisione di difendere l’opera più famosa della Galleria è nata dal rifiuto per le cose indecorose che si vendono in città e da una sua intolleranza verso i bagarini che vendono biglietti a prezzi maggiorati fuori dall’Accademia. «Un fine settimana, scambiandomi per una turista, mi diedero un depliant con una foto del mio David: decisi di fare qualcosa e mi rivolsi all’avvocatura di Stato» racconta Hollberg. L’ordinanza emessa è «un’apripista per tutti i beni culturali italiani, studiata anche negli altri paesi europei» ed è anche una fonte di guadagno per l’Accademia: finora ha reso, in sanzioni, 50.000 euro. «Abbiamo dato anche un aspetto più decoroso a via Ricasoli, con le forze dell’ordine» afferma la direttrice. Il museo dell’Accademia è uno dei amati: secondo la classifica 2018 di TripAdvisor delle attrazioni più popolari, nella Top 10 italiana, l’Accademia supera gli Uffizi. Il numero dei visitatori ha superato 1 milione e 700 mila presenze, 300 mila in più negli ultimi tre anni. Questo è stato possibile grazie allo spostamento della programmazione delle mostre in bassa stagione, all’apertura serale in estate e a una maggior apertura alla
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Un fine settimana, mi diedero un depliant con una foto del capolavoro: mi rivolsi all’avvocatura di Stato L’ordinanza per la tutela della sua immagine ha fatto da apripista per i beni culturali italiani, ed è studiata anche negli altri paesi europei
città, con la creazione dell’Associazione degli Amici della Galleria dell’Accademia. Sono state acquisite 12 nuove opere (saranno presentate nella mostra che aprirà il 22 gennaio), è entrato nella collezione il busto in marmo di Giovan Battista Niccolini, eseguito da Lorenzo Bartolini nel 1827 (di cui l’Accademia conserva il modello in gesso). Sono stati avviati restauri, ridotti i prestiti: «Mi hanno chiesto tre volte i
Prigioni, tre volte ho rifiutato: sono inamovibili, come il David» afferma.
La Galleria deve fare ancora i conti con problematiche storiche: la mancanza di personale (- 40%), la climatizzazione («Abbiamo iniziato a fare lavori che dureranno molto tempo»), e la carenza di spazi. «Grazie alla collaborazione con la vicina Accademia di Belle Arti abbiamo speranza di trovare una soluzione congiunta». Nel frattempo si lavora all’interno del museo: dopo il riallestimento della Sala del Colosso, sarà riorganizzato l’atrio di ingresso, verranno fatti nuovi cartelli e didascalie, partirà la digitalizzazione delle opere, verrà ideato un nuovo logo. Nel 2019 la Galleria parteciperà a due iniziative internazionali (a Milano, in maggio, e a Creta, in giugno), assieme al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze, con una pionieristica applicazione in Italia del BIM (Building Information Modeling) a un edificio storico. Verranno rilanciati gli incontri con i direttori dei musei statali italiani e la rassegna «Voci fiorentine. Incontri ravvicinati con l’arte».