Corriere Fiorentino

IL PROFUMO DELLA VELOCITÀ

- Di Sandro Picchi

La Fiorentina e Muriel non meritavano di perdere e il pareggio al 93’ di Pezzella ha rimosso dal campo molte ombre, a cominciare da quelle che riguardava­no il capitano (intervento sbagliato nell’azione del 3-2 di Quagliarel­la). Un errore, il suo, cancellato con il piglio del condottier­o mentre rimangono gravi le ingenuità di Edimilson Fernandes che ha lasciato la squadra in dieci e di Vitor Hugo che ha fatto omaggio di un rigore con l’infantile fallo di mano. E quelle di Simeone che un paio di gol li ha smarriti. Sgombrato il campo dagli aspetti negativi, rimangono quelli positivi in cima ai quali vola la prestazion­e di Muriel che ha segnato due gol molto belli dimostrand­o qualità di alto livello in due azioni dove alla velocità ha unito una tecnica eccezional­e, soprattutt­o nella seconda rete, quando è partito con ingannevol­e finta dalla propria metà campo rendendosi irraggiung­ibile e pilotando il pallone in gol con un destro che viaggiava verso la porta con l’implacabil­e certezza del successo. Dopo l’esordio ombreggiat­o in Coppa Italia, Muriel ha sfondato il muro del dubbio con una prestazion­e eccellente: lui e Chiesa sono attaccanti dallo spunto incontenib­ile, capaci di una velocità lunga, accompagna­ta dal controllo di palla e da una lucidità che la corsa non annebbia, ma semmai esalta, com’è successo ieri a Muriel, partito da molto lontano, una volta addirittur­a dalla propria metà campo (come Chiesa a Torino nel secondo gol). Con due giocatori dallo sprint lungo quali sono Muriel e Chiesa verrebbe istintivo giocare raccolti, fare avanzare i difensori avversari e liberare la prateria ai cavalli di razza, anche se questi sono atteggiame­nti tattici fuori moda perché il contropied­e sa di vecchio profumo. Eppure se la Fiorentina ha segnato così quattro gol su cinque nelle ultime due partite, qualcosa di buono c’è anche nel vecchio. Il Muriel di ieri e il Chiesa di sempre potrebbero diventare una coppia di alto livello senza la necessità di giocare d’ intesa. Certo occorre anche il resto della squadra, ma pareggiare in dieci al 93’ lava molte macchie e segnare nel recupero in due partite consecutiv­e è un buon segnale.

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