SE IL CARROCCIO CAMBIA ROTTA
Eppur si muove. L’ultimo via libera alla nuova pista di Peretola mette la parola fine ad oltre 30 anni di scontri politici, anche se resta da capire se avrà un seguito l’intenzione del ministro Toninelli di dirottare gran parte dei fondi Enac sul Galilei di Pisa. Di certo politicamente qualcosa ha già iniziato a muoversi. «Il sì alla nuova pista di Firenze? Io sono felice quando vedo che la Toscana cresce a livello di infrastrutture, perché significa che crescerà economicamente», ha detto il segretario della Lega pisana Edoardo Ziello poche ore dopo il sì della Conferenza dei servizi. «La sfida non è tra Firenze e Pisa, ma con altri scali fuori regione». Se non è una svolta, perlomeno è il tentativo di andare oltre il derby tra fiorentini e pisani (e tra fiorentini e pratesi, tra fiorentini «del centro» e «di periferia», e così via) in cui spesso si impantana la Toscana. La Lega è stata l’ultimo partito in ordine di tempo ad essere colpita dalla sindrome del derby. Da una parte i leghisti fiorentini, a cominciare dal sottosegretario Guglielmo Picchi, e l’ex segretario regionale Manuel Vescovi, favorevoli alla nuova pista del Vespucci. Dall’altra, i pisani e la commissaria del partito Susanna Ceccardi, preoccupati di tutelare il Galilei. «Il masterplan di Peretola è da rifare», sentenziò a novembre la sindaca di Cascina, che prima ancora aveva definito il progetto di sviluppo del Vespucci «la pista di Marco Carrai e Matteo Renzi». Nei mesi successivi si è fatta strada nel Carroccio un’altra idea. Perché non si può ridurre ogni questione ad un referendum su Renzi, in una sorta di riedizione dell’errore commesso da gran parte della sinistra con Silvio Berlusconi. E perché è difficile presentarsi come forza di governo in Toscana dando la sensazione di non voler puntare sullo sviluppo di Firenze, la cui area metropolitana è una delle più dinamiche della regione. Un autogol anche elettorale: a maggio si vota per Palazzo Vecchio, e non è di buon auspicio iniziare la corsa per conquistare la Regione nel 2020 esponendosi all’accusa di voler penalizzare un terzo dei toscani. Così i dirigenti leghisti, soprattutto fiorentini, hanno consigliato a Ceccardi e al Carroccio un approccio più ragionato. Le dichiarazioni pro-Peretola di Salvini devono aver fatto il resto. «Le ripicche a chi non è della nostra parte politica non sono il nostro metodo — ha detto il consigliere Jacopo Alberti — La Lega all’aeroporto di Firenze ha detto sì, sia chiaro». A futura memoria. Ora c’è una campagna elettorale alle porte: il momento giusto per prendere impegni davanti ai fiorentini e ai toscani.