Da museo a passeggiata aerea La rivoluzione di Schmidt: «Sarà un percorso democratico»
Cambia marcia il Corridoio Vasariano: via gli Autoritratti si lavora per aprirlo al pubblico a pieno regime ma non più come fosse un museo. Eike Schmidt ha presentato un progetto — il camminamento del principe riaperto alle visite per tutto il percorso, da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti — a cui ha dedicato energie e aspettative sin dal primo giorno del suo insediamento come direttore delle Gallerie degli Uffizi. Lui usa un claim efficace per spiegare la filosofia dell’operazione che allora presentò in anticipo anche rispetto al ministro Dario Franceschini: «Sarà una passeggiata panoramica ad accesso democratico affacciata sul cuore di Firenze che potranno visitare 500 mila persone l’an- no». Nei fatti smantella l’alle- stimento pensato da Luciano Berti nel 1973 e predispone un’apertura non più contingentata e destinata a gruppi organizzati come è stato fino a tre anni fa. ma rivolta a tutti. L’impatto rispetto a quanto chi era entrato aveva visto sarà del tutto diverso: se l’allora direttore degli Uffizi Berti, riaprendolo dopo l’alluvione, aveva pensato al «Corridore» come a uno spazio museografico dedicato alla e collezione di Autoritratti, secondo una logica che seguiva una storia antica (dall’inizio del ‘600 erano qui esposti dei grandi monocromi per le onoranze funebri di Filippo II di Spagna, a seguire quelli per Enrico IV di Francia e ancora in epoca lorenese arrivarono vedute e paesaggi e fondi oro), quello che vedrà il pubblico a progetto ultimato sarà altro.
E cioè una strada aerea, quel rapido collegamento voluto da Cosimo I e realizzato in 6 mesi da Giorgio Vasari nel 1565 in occasione delle nozze tra Francesco I e Giovanna d’Austria. Sarà decorato con affreschi staccati vicino alla Grotta del Buontalenti, una teoria di statue e di iscrizioni greche e romane e due luoghi della memoria, uno in concomitanza con il luogo della strage dei Georgofili che testimonierà, anche con foto l’attentato mafioso e un altro, poco oltre Ponte Vecchio, con documenti sul crollo di questo tratto di Corridoio per le bombe del 4 agosto del 1944.
La filosofia è del tutto cambiata. E per la prima volta mette in essere un’idea che a Firenze aveva cominciato a circolare a a metà degli anni ‘90 quando, diventato ministro Antonio Paolucci, si parlò per la prima volta di far tornare a vivere il Corridoio come percorso aereo. La città su queste due concezioni si è a lungo spaccata: di qua chi lo vuole aperto a tutti ma senza quadri di là chi ritiene lo smantellamento del progetto Berti un’eresia. Sarà la storia a decidere chi avrà avuto ragione. Quel che è certo è che l’operazione consacra la potenza dei Medici, che da quel Corridoio dominavano Firenze e la attraversavano e senza mescolarsi al popolo e che, giunto al potere Ferdinando fecero costruire anche l’affaccio su santa Felicita per poter partecipare alla messa senza mai scendere in strada.