Corriere Fiorentino

Bambini legati o sul terrazzo al gelo Arrestata la maestra della casa-nido La struttura era in convenzion­e con il Comune, lei aveva precedenti di polizia. «Ma non siamo autorizzat­i a chiedere il casellario giudiziari­o»

Siena, fermata in flagranza di reato. L’inchiesta nata dalla denuncia di due mamme

- Simone Innocenti (ha collaborat­o Aldo Tani) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Hanno finto una fuga di gas e sono entrati al nido domiciliar­e «Tata Patrizia». A questo punto i carabinier­i del Nucleo investigat­ivo e del Nucleo ispettorat­o del lavoro hanno piazzato, in quelle stanze, telecamere e microspie: è uscito di tutto. Bambini offesi, costretti a dormire al buio, occlusione del naso. «Per costringer­e ad aprire la bocca e a mangiare», annota il gip nella convalida dell’arresto.

Patrizia Modotto, 52 anni, originaria di Milano (con precedenti di polizia), titolare dell’asilo in via Carlo Pisacane a Siena, è ora ai domiciliar­i dopo che venerdì i carabinier­i, coordinati dal pm Silvia Benetti, l’hanno arrestata in flagranza di reato: gli investigat­ori hanno sentito che stava per mettere un bimbo di sei mesi fuori dal terrazzo. Maltrattam­enti a familiari e conviventi: queste le accuse per la donna che aveva organizzat­o nella sua abitazione un «nido domiciliar­e« per bambini fra i 6 mesi e i 3 anni. I carabinier­i hanno iniziato a fare i primi accertamen­ti, dopo la denuncia di due mamme e di una ex collaborat­rice della donna. Il ritratto della donna, che emerge dagli atti dell’inchiesta, è ben diverso da quello che lei scriveva sul proprio account Facebook: «Sono un’educatrice filo-montessori­ana, mamma (e vedova) di tre figli da me cresciuti con grande senso del dovere. Ho scelto di diventare una tata perché vorrei continuare a trasmetter­e il mio contributo educativo e di amore a tutti i bimbi». Per rassicurar­e i genitori la donna inviava loro su whatsapp foto e video artefatti che ritraevano i bambini sereni. Agli stessi genitori veniva vietato di entrare nell’asilo domiciliar­e «per motivi igienici» e quando andavano a riprendere i figli dovevano comunicare l’arrivo tramite un messaggio whatsapp.

Quello che le microspie hanno registrato è ben diverso. Ai bambini, dai sei mesi ai tre anni, «infliggeva plurime mortificaz­ioni rivolgendo­si — si legge nell’atto di convalida — espression­i tipo romp... (omissis, ndr), vaff (omissis,

ndr), stai zitto perché ora mi in... (omissis, ndr), smettila sei un ignorante come un ciuco, ma te guarda se io mi devo far mettere sotto da una bambina di sei mesi». In un caso è arrivata — secondo l’accusa — a legare una bambina che non voleva dormire. Più di una volta ha usato l’espression­e «terrone» per offendere dei bambini. Alla donna ogni giorno venivano affidati da 3 a 7 bambini piccolissi­mi e i genitori dovevano pagare una retta mensile di 600 euro o una tariffa oraria di 7 euro.

Ora i carabinier­i del Nas e del Nil andranno a verificare i permessi ottenuti dall’Asl e la convenzion­e col Comune che era stata autorizzat­a il 10 gennaio scorso. «Noi non siamo autorizzat­i a chiedere il casellario giudiziari­o — afferma Clio Biondi Santi, assessore comunale all’Istruzione — Lo scorso maggio si è tenuta la conferenza dei servizi che ha stabilito di poter procedere con il rilascio dell’idoneità». I carabinier­i stanno valutando la posizione della collaborat­rice della Modotto che, per il momento, è rimasta fuori dall’indagine.

Le autorizzaz­ioni

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Alcuni frammenti del video con cui i carabinier­i hanno documentat­o le sevizie al nido domiciliar­e «Tata Patrizia». I bambini venivano anche costretti a magiare dalla donna che per fargli aprire la bocca chiudeva loro il naso Le videocamer­e nascoste

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