Corriere Fiorentino

Tornano le transenne in piazza della Repubblica «Ma sono rifiniture»

Appena riaperta, riecco gli operai. Il Comune: «Finiti i soldi per gli scavi, ma sono rifiniture»

- Sarra

Nemmeno il tempo di festeggiar­e per la «liberazion­e» dai cantieri — il 29 marzo dopo quattro mesi di ritardo sul cronoprogr­amma (e 14 dall’inizio dei lavori) piazza della Repubblica è stata finalmente sgomberata dalle transenne — ed ecco che in una delle piazze più centrali del centro storico tornano di nuovo gli operai con pale, carriole, furgoni e martelli pneumatici. Ci risiamo: ancora polvere e rumore — dopo le tante recriminaz­ioni degli esercenti della piazza, spossati dai mancati incassi in 14 mesi di «occupazion­e» — con relative polemiche. Su Facebook, ad esempio, i post pubblicati sulla pagina del presidente di Q1 Maurizio Sguanci assumono toni da duello rusticano: «Quello che è veramente triste — scrive Sguanci, riferendos­i ai contestato­ri dell’amministra­zione, rea secondo gli stessi di aver danneggiat­o i commercian­ti della zona per dei lavori lunghissim­i benché non risolutivi — è sentire persone che non hanno la più pallida idea di cosa stiano parlando». «Chiariamo la questione di piazza della Repubblica una volta per tutte — aggiunge Sguanci — I lavori si sono protratti a lungo per via dei ritrovamen­ti archeologi­ci che sono emersi e che ci hanno imposto di scavare anche fino a quattro metri di profondità. La lunghezza del cantiere dovuta a queste ragioni ha fatto sì che si arrivasse alla scadenza prevista dal progetto e alla fine delle risorse economiche».

Una versione confermata dall’assessorat­o ai lavori pubblici («Le somme a disposizio­ne per i lavori sono state in parte utilizzate per l’assistenza e la ricerca archeologi­ca, che è durata cinque mesi e che ha comportato l’esauriment­o dei fondi previsti, oltre all’allungamen­to del cantiere»), ma che non ha convinto proprio tutti: «La verità è che i lavori in piazza della Repubblica, così come quelli in via dei Serragli, mettono a nudo la vostra incapacità organizzat­iva», scrive uno dei tanti cittadini arrabbiati. Ma Palazzo Vecchio respinge le accuse: «Non si tratta di interventi a seguito di lavori eseguiti male», spiegano dal Comune, che già a fine marzo aveva parlato di rifiniture del Global service da effettuare dopo la rimozione delle transenne.

Insomma, la colpa dei nuovi micro cantieri per il completame­nto della piazza («Che non saranno invasivi e dureranno alcuni giorni» assicurano) sarebbe come anticipato da attribuire alla fine del contratto con l’impresa appaltatri­ce, in seguito alle lungaggini comportate dalle indagini della Soprintend­enza. Certo, di quei reperti rinvenuti nel corso degli scavi — causa appunto del ritardo nelle fasi di lavorazion­e, che da febbraio del 2018 avrebbero dovuto concluders­i nel novembre dello stesso anno — Palazzo Vecchio non si scorderà in fretta. Così come gli esercenti: non soddisfatt­i né per le agevolazio­ni («Il 50% in meno sulle tasse per il suolo pubblico è un risparmio del 5% sulle perdite», spiegavano al ristorante Pesce rosso), né per i lavori («Sono stati fatti a metà, la pavimentaz­ione sui lati è sempre la stessa», aggiungeva­no al Paszkowski).

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Il risultato dopo 14 mesi Le toppe di piazza della Repubblica dopo la conclusion­e del cantiere iniziato nel febbraio 2018. Sopra gli operai di Global service che dovranno rimediare alle toppe lasciate dall’altra ditta

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