I campioni di matematica? Multietnici
Nel team del liceo San Niccolò tre cinesi e un’italiana
Un gruppo di studenti della prima liceo scientifico del Conservatorio San Niccolò — composto da tre cinesi e un’italiana (nella foto) — ha vinto la gara nazionale di matematica. Si tratta della stessa scuola dove dall’inizio dell’anno è stato proibito l’uso del cinese fra allievi orientali.
Un gruppo di studenti della prima liceo scientifico del Conservatorio San Niccolò — composto da tre cinesi e un’italiana — ha vinto la gara nazionale a squadre di matematica. Si tratta della stessa scuola dove dall’inizio dell’anno è stato proibito l’uso del cinese fra allievi orientali. Cubi di cui scovare le misure senza strumenti per misurarle, lampadari a forma di bilancia da soppesare.
Al concorso organizzato dall’associazione Tokalon non ha vinto il più bravo in matematica, ma il gruppo più affiatato. Quattro quattordicenni, tutti nati a Prato. E non può passare inosservato il fatto che i «Pitagora», questo il nome scelto dal team pratese, fosse l’unico dei 520 partecipanti a presentare una lista di concorrenti con nazionalità multiple. Susanna Yang, Sabrina Chen, Sergio Dai e Annalisa Pucci hanno sbaragliato tutti. Parlare quando è necessario, per aggiungere, non per correggere; ragionare raccogliendo il filo della riflessione degli altri; esprimersi con una lingua della mente che va oltre quella dei numeri
❞ Sergio Allenandoci la nostra unione si è fatta solida Durante la gara c’era chi mi guardava male, ma tra noi era tutto come sempre: le differenze non c’erano
e delle provenienze. Doti che si possono allenare anche da piccoli, a quanto pare. «Abbiamo speso interi fine settimana ad esercitarci. Allenandoci — spiega uno dei protagonisti, Sergio Dai — abbiamo fatto diventare solida l’unione. Nello spazio del concorso romano sentivo che mi guardavano un po’ male, ma nel mio gruppo era tutto come sempre: le differenze non c’erano».
«Nei giochi in allenamento — spiega invece Annalisa Pucci, l’unica alunna italiana — eravamo l’uno contro l’altro ma ci aiutavamo a vicenda e non c’era paura di sbagliare». A guidarli c’era la professoressa di matematica, Giuditta Bettarini, mentre a volere che la scuola partecipasse è stata la coordinatrice Benedetta Pacini, sotto l’egida della preside Mariella Carlotti. Docenti che evidentemente tengono in considerazione la capacità di sviluppare strategie in gruppo prima ancora che attitudini personali. «Sono contenta per il riconoscimento alla qualità dell’offerta formativa della scuola, oltre che per il fatto che abbiamo vinto la scommessa dell’integrazione che si fonda sull’educazione», dice Bettarini.
Prato ha sbaragliato la concorrenza prova dopo prova e ha vinto il concorso. «Nelle scorse settimane — spiega ancora la professoressa Bettarini — ci siamo concentrati sui giochi logici per potenziare il problem solving in team». Non sfugge a nessuno che quest’ultima è una delle capacità più richieste nel mondo del lavoro. È complesso svilupparla fra persone che hanno un retroterra simile: com’è stato dunque possibile — ci si domanda fuor d’ipocrisia — che persone di diverse nazionalità abbiano costruito un affiatamento così solido? «In realtà, specie con ragazzi stranieri che sono nati qui, i muri cadono subito: dopo mezz’ora insieme io ho dimenticato che in classe ci sono cinesi e italiani», spiega la professoressa.
Eppure, proprio per una questione legata agli alunni orientali, il Conservatorio di San Niccolò aveva fatto parlar di sé qualche mese fa: una circolare ‘proibiva’ ai ragazzi di parlare cinese fra di loro. «Un aspetto che ci era stato suggerito dagli stessi genitori cinesi», chiarisce oggi la preside. E che forse anche ha concorso ad amalgamare i «Pitagora», dato che nella formulazione delle centinaia di quiz e problemi affrontati al concorso «Matematica per tutti» non c’è mai stato nel team l’ostacolo della comprensione della lingua. La gara richiedeva solo di arrivare alle soluzioni attraverso una strategia di gruppo. Altro che geni della matematica: un trofeo nella bacheca del Conservatorio di San Niccolò da oggi sta lì a ricordare che la lezione, per una volta, l’hanno data i ragazzi.