Non riesce a respirare e mangiare, salvato al Meyer
Il piccolo di 2 mesi aveva una grave malformazione. L’operazione ha evitato la tracheotomia
Un intervento straordinario per dare a un bambino di due mesi la possibilità di essere allattato dalla mamma. All’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, gli specialisti di numerose e diverse discipline si sono uniti per risolvere il caso complicatissimo di un piccolo paziente.
Il bambino, a causa di una grave malformazione genetica al cranio, presentava una disfunzione del palato molle e non era perciò in grado di respirare dal naso: i canali che collegano le cavità nasali alla laringe erano infatti otturati. Potendo respirare solo dalla bocca, al momento di essere allattato, il bimbo rischiava ogni volta una carenza di ossigeno. Così, nei primi due mesi di vita era stato possibile alimentarlo solo per endovena, ma presto si sarebbe posta la necessità di una tracheostomia, che oltre ad essere invalidante è molto pericolosa nei bambini piccoli.
È per questo che un’equipe composta da specialisti di molte discipline, coordinata dal neurochirurgo Lorenzo Genitori, dopo indagini diagnostiche dettagliate svolte con Tac e risonanze magnetiche, ha deciso di ricorrere a un’operazione endoscopica di norma rivolta agli adulti «grandi russatori» e chi è afflitto dalle apnee notturne e di utilizzare per la prima volta quella tecnica su un bimbo di due mesi. Neurochirurghi, endoscopisti respiratori, otorinolaringoiatri, chirurghi maxillo-facciali, rianimatori, specialisti medici delle vie respiratorie e personale infermieristico del Meyer non solo hanno evitato la tracheostomia, ma anche pratiche chirurgiche invasine, come l’introduzione di uno stent.
E con l’intervento mini-invasivo, traslato dalla chirurgia del sonno, hanno ottenuto che poco dopo la sala operatoria il bambino ricominciasse quasi subito a succhiare e mangiare. Respirando per la prima volta dal naso.