Il dipinto con la Duncan riunito grazie a Berlusconi
Per la mostra al Museo e Villa Bardini il cavaliere ha prestato una delle due parti dell’opera di Nomellini
Trent’anni dopo, Isadora Duncan «torna a danzare» in tutta la sua «Gioia»: a Villa Bardini e al Museo Bardini sabato si apre la mostra a cura di Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi A passi di danza - Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia, dove fino al 22 settembre sarà esposto, tra le tante opere, il dipinto Gioia dell’artista divisionista e simbolista livornese Plinio Nomellini che ritrae la mitica danzatrice americana di inizio secolo Isadora Duncan mentre si esibisce sulla spiaggia di Viareggio tra il 1913 e il 1924, in una posa e con un movimento che si ispira alla
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La mitica danzatrice è ritratta mentre si esibisce tra le onde di Viareggio
Venere botticelliana. Parte dell’opera — divisa in due nel 1935 dallo stesso artista per motivi ancora ignoti — appartiene a Silvio Berlusconi, che lo ha prestato per l’occasione. Ed è quella che ritrae appunto Isadora Duncan. L’altra metà proviene da una collezione privata. La disponibilità di Berlusconi, sottolinea Maria Flora Giubilei, «consente, eccezionalmente, di offrire ai visitatori della mostra un prezioso documento in cui arti visive, danza e natura, grazie a un’esecuzione pittorica virtuosa e fluente, danno vita a una immagine travolgente e suggestiva di straordinario impatto simbolico’».
Il dipinto intero è stato visto nel 1966 al Museo Fattori di Livorno e a Palazzo Strozzi a Firenze nella mostra curata da Raffaele Monti e da Giacinto Nudi per il centenario della nascita di Nomellini e nel 1989 al Parco Mediceo di Seravezza in occasione della mostra Nomellini/ La Versilia. In quell’occasione l’etoile Carla Fracci e il regista e marito Beppe Menegatti se ne innamorarono e ne usarono la riproduzione gigante nello spettacolo Eleonora Duse – Isadora Duncan. Adieu et au revoir dell’anno successivo. Ora Fondazione CR Firenze e da Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, con il patrocinio del Comune di Firenze, sono riusciti a riportare di nuovo le due metà insieme per «un gradito regalo che offriamo agli amanti delle arti e della danza» come lo definisce il Presidente della Fondazione Bardini e Peyron Jacopo Speranza.