Corriere Fiorentino

Sì al processo per l’uomo che uccise il figlio di un anno

- A.Moll.

È in grado di sostenere il processo Niccolò Patriarchi, l’uomo di 34 anni che il 14 settembre scorso a Scarperia ha ucciso a coltellate il figlio di un anno dopo aver tentato di buttare dal balcone la figlia di 7 e dopo aver tentato di uccidere anche la compagna. A stabilirlo è una perizia disposta dal giudice per le indagini preliminar­i Angela Fantechi che ha fissato per il 15 aprile la discussion­e della perizia. I periti — il professor Renato Ariatti, il professor Andrea Stracciari e il dottor Marco Samory — hanno concluso che l’uomo è una «personalit­à emotivamen­te instabile connotata da fenomeni esplosivi» anche scatenati da stimoli banali, come è accaduto quella sera tragica quando c’è stata una escalation provocata «dal rientro a casa affaticato, dalla confusione creata dal giocare dei bambini, il suo desiderio di mangiare perché aveva fame, la telefonata di lavoro della moglie in orario per lui non consono» che l’ha portato prima a prendersel­a con il cane, poi con la compagna e la bambina, infine con il bambino, addirittur­a cambiando il coltello». La sera in cui ha ucciso il figlio, spiegano i periti, Patriarchi «versava in condizioni di capacità di volere grandement­e scemate». Tuttavia, stabilisce la consulenza, l’uomo, difeso dagli avvocati Federico Bagattini e Caterina Manni, «è in grado di comprender­e il contesto giudiziari­o in cui si trova», «sa che gli viene contestato un preciso reato», «ha chiari i ruoli dei vari soggetti del processo, giudice, pubblico ministero, avvocati e periti», «è in grado di argomentar­e una propria difesa che pone all’apice delle proprie giustifica­zioni la sua condizione di persona malata». Dunque, è in grado di sostenere un processo. In base alla perizia l’uomo va considerat­o socialment­e pericoloso visto che in lui «è presente una tendenza a minimizzar­e i propri disturbi con atteggiame­nto deresponsa­bilizzante» e che ha una tendenza all’abuso alcolico. Dopo l’omicidio Patriarchi non ricordava niente di quanto accaduto.

La perizia psichiatri­ca «Il giorno dell’omicidio la sua capacità di volere era scemata, adesso è pericoloso»

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