«Sbagliata la scelta di un civico poco conosciuto»
Dario Nardella come Otto von Below, il generale tedesco che piegò il Regio esercito durante la Grande guerra. È stata infatti una Caporetto per il centrodestra l’esito delle amministrative per Palazzo Vecchio. Alle 22 — con 329 sezioni scrutinate su 360 — Ubaldo Bocci ha poco più di 43 mila voti, con 1.828 preferenze per il solo candidato. Il competitor del Partito Democratico arriva a oltre 99 mila voti, con 7.854 preferenze che comprendono anche il voto disgiunto. Il 24,8% contro il 57,1%. Un plebiscito. Tanto che già alle 19, Paolo Marcheschi di Fratelli d’Italia — che aveva ritirato la propria corsa proprio per lasciare spazio a Bocci, scelto al tavolo nazionale — non fa convenevoli: «Abbiamo perso una grande occasione: era il momento di scardinare il fortino della sinistra. Significa che la campagna elettorale è stata perdente. Bocci ha fatto quello che ha potuto ma c’era necessità di altro per vincere. Sono stati sbagliati in primo luogo i tempi, a cominciare dagli interminabili accordi sul nome da presentare per unire tutto il centrodestra. La scelta di un civico scarsamente conosciuto agli elettori, un’operazione politica dettata da equilibri di partito, e la conduzione della campagna elettorale hanno poi condotto il centrodestra a una sconfitta annunciata». Parole durissime che potrebbero pure far presumere una convivenza difficile dei meloniani con Bocci, nel nuovo mandato. Verso le 19,30 lo stesso Bocci, con sportività, passa da Palazzo Vecchio per fare i complimenti al vincitore (nella foto). Anche nello staff del manager di Azimut traspare delusione: «Domenica sera, con le proiezioni nazionali, il ballottaggio sembrava certo. Chi ha votato Lega alle Europee, qui ha preferito Nardella come sindaco, forse perché Bocci non è leghista. La forbice tra noi e il Pd non è questa». E con numeri così impietosi la lotta si fa pure intestina: «Mi gioco il seggio con Razzanelli, per ora sono sopra di 50 voti», spiega il consigliere uscente di Forza Italia, Jacopo Cellai. Bocci intanto fa buon viso a cattivo gioco. Dispensa sorrisi ed abbraccia Nardella, che gli concede l’onore delle armi: «Campagna elettorale all’insegna del fairplay, ci vediamo in Consiglio». Il candidato del centrodestra ha infatti confermato la propria presenza nel salone de’ Dugento, come leader della prossima opposizione: «Battaglia persa, ma sono carico per la prossima. La Lega in Toscana va anche oltre il 40%, mentre qui si ferma al 16%? A Firenze la sinistra governa da anni: hanno creato ottimi paraventi. Non ho parlato con Salvini. Le liste del centrodestra hanno preso più voti di me? Io sono questo, un uomo libero». Poi la stoccata a Marcheschi: «Mi prendo le mie responsabilità, ma quando si perde si fa quadrato».