Corriere Fiorentino

«Può essere un altro 2009, con improbabil­i accordi»

Veronesi: rivedo la situazione che portò a Cenni sindaco. Il centrosini­stra? Difficile fare di più

- G.Be

«Il 47 è lontano dal 50. E non è una bella notizia per il sindaco uscente». Sandro Veronesi non scherza. Lo scrittore pratese, vincitore del premio Strega, da sempre vicino alle vicende della sua città anche con uno sguardo politico, spiega che «il 48 e mezzo o il 49 avrebbero dato chance a Biffoni, mentre con il 47 tutto diventa molto complicato» in vista del ballottagg­io del 9 di giugno. Eppure Daniele Spada è dietro di ben 10 mila voti in questa prima tornata. «A me sembra che le sigle che stanno nel centrodest­ra, ma fuori dalla coalizione, siano attratte dalla Lega — continua Veronesi — Ritengo difficile invece, per la sinistra, che si possano palesare il 3% di elettori che non hanno votato al primo turno…».

Seguendo la logica di Veronesi va detto che anche il centrodest­ra dovrà riportare tutti gli elettori che l’hanno sostenuto al primo turno a rivotare fra 15 giorni. «Ma quando stai per conquistar­e una vetta — specifica su questo punto lo scrittore — la gara vale doppio. Ed il pericolo è grosso perché può accadere proprio quello che è già successo a Prato nel 2009 (quando Roberto Cenni vinse le elezioni strappando per la prima volta la città al centrosini­stra, ndr). Allora per diventare sindaco Cenni ebbe bisogno di accordi con personaggi improbabil­i. E se per riuscire a farlo bisogna rimettere in gioco le forze sconfitte, la gestione della giunta poi può diventare un problema: il governo di Roberto Cenni partì proprio con questo vizio d’origine. Al contrario Biffoni o vince con i suoi o va all’opposizion­e: in ogni caso non dovrà remunerare nessuno».

A Veronesi abbiamo chiesto perché a Prato il testa a testa tra centrosini­stra e centrodest­ra si ripresenta con maggiore frequenza rispetto alle altre grandi città toscane. «Dove ci sono persone di altre etnie più visibili, il messaggio madre delle destre, e ora di Salvini, ha più successo. La bolla che gira è ”non li voglio più vedere”. La Lega promette una cosa antistoric­a e impossibil­e. Una miccia che va a lambire o centrare in pieno il razzismo. Prato è una città di frontiera. Non c’è bisogno che Spada si sporchi la coscienza: Salvini ripete il messaggio ogni giorno: “Non vi vogliamo». La narrazione però, rispetto al 2009, non è più contro i cinesi, ma contro gli africani». Biffoni ha speranze? «Difficile: dovrebbe portare quelli che non sono andati a votare al primo turno a votare al secondo. Ci vorrebbe che il 10% di quel 30% che si è astenuto vada al ballottagg­io. Un moto di orgoglio pratese».

Lo scrittore

Le sigle del centrodest­ra sono attratte dalla Lega e dal suo messaggio sugli immigrati. Che oggi non è più contro i cinesi ma contro gli africani

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Lo scrittore Sandro Veronesi

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