Livorno al ballottaggio, senza M5S
Salvetti (Pd) e Romiti (FdI) al duello finale. Terza Sorgente vice di Nogarin E lei: «È evidente che il contratto di governo a Roma qui non ci ha aiutato»
Cadono le stelle di Livorno e il tonfo è di quelli che fanno rumore. Con una percentuale che ricalca quasi pedissequamente quella uscita dalle Europee il Movimento 5 Stelle non arriva al ballottaggio per la fascia da sindaco che, a questo punto, sarà contesa dal centrosinistra riunito sotto il nome di Luca Salvetti e il centrodestra a trazione leghista del candidato Andrea Romiti.
La tendenza è apparsa chiara fin dalle prime sezioni scrutinate e si è consolidata con il passare delle ore: prima un testa a testa fra il giornalista e il poliziotto, poi la forbice si è allargata ma la coppia di testa viaggiava con un altro passo rispetto alla terza. Saranno quindi loro i nomi sulla scheda il prossimo 9 giugno, resta invece fuori quello di Stella Sorgente, vicesindaca in carica ed erede designata di
Filippo Nogarin che pure lui esce deluso dal verdetto delle urne (nel suo caso le Europee). Ultima ad arrivare al palazzo comunale, scortata dai pretoriani del M5S che le fanno scudo dalle telecamere, Sorgente è visibilmente scossa quando annuncia: «Tornerò a fare il lavoro più bello del mondo» e chiarisce che nessuna indicazione di voto ci sarà per il ballottaggio. Il sogno pentastellato si infrange contro l’avanzata dell’onda leghista e del revanchismo del Pd zingarettiano: «È evidente che il traino in negativo c’è stato, il contratto di governo non ci ha aiutato ma non ho nessun rimpianto. Il prossimo sindaco troverà un bilancio pulito e una situazione delle partecipate migliore di quella che abbiamo trovato noi». Si chiude una fase del Movimento, quantomeno per quello labronico: «Livorno continuerà ad essere una città laboratorio, non finisce tutto qui ma ricominceremo dalle nostre basi».
Scenario totalmente diverso è quello che accoglie, di primo pomeriggio, Luca Salvetti: il passo leggero è quello di chi è spinto da un 35% per niente scontato: sa che per fermare l’avanzata della destra le liste civiche che lo sostengono, oltre al Pd, non basteranno e tende subito una mano a Buongiorno Livorno (la formazione di Marco Bruciati, speranza della sinistrasinistra si è fermata al 14%): «La destra cresce anche a Livorno ma meno che altrove, questo è preoccupante ma questa città ha sempre saputo reagire trovando nei suoi valori democratici e antifascisti gli anticorpi. Mi rivolsi agli altri tre mesi fa quando misi insieme questa coalizione per fare un programma comune, spero che si possa fare in questi giorni, un accordo programmatico è sul tavolo». E Bruciati non chiude la porta: «Ne discuteremo in assemblea».
La destra che va al ballottaggio a Livorno, quella che sembrava fantapolitica assume i contorni concreti del reale quando Andrea Romiti sale le scale del Palazzo Civico accompagnato dai vertici toscani di Fratelli d’Italia, il sindaco dell’Abetone Diego Petrucci e l’assessore pisano Maurizio Nerini: «È una grande emozione e una responsabilità, siamo pronti a cambiare questa città. Anche io ho votato 5 stelle nel 2014 ma il cambiamento promesso non c’è stato. Salvetti ancora crede nelle ideologie, io parlo di contenuti e difesa dagli estremismi. Chiederemo il voto a chi vuole dire basta alle clientele di questa città». Tra un accenno poco chiaro a poteri forti e a Soros, non esclude di rivolgersi anche all’elettorato del M5S in vista della sfida a due: «Certo, ma lo faremo in modo trasparente come abbiamo sempre fatto».
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Salvetti
Mi rivolgo a Buongiorno Livorno, spero si possa trovare un accordo programmatico
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Romiti
Nel 2014 votai per i grillini. Ora chiederò anche il loro appoggio, ma in trasparenza