Corriere Fiorentino

«Questa città ormai non è più diversa dalle altre»

Cardinali: abbiamo perso l’autoironia, il «Vernacolie­re» oggi lo vendiamo soltanto fuori

- Giulio Gori

«Una piccola parte di Livorno è ancora in grado di indignarsi. Ma il grosso della città o cede al vento nazionale della destra, o è quella classe media imborghesi­ta che si rifugia nel voto utile del Pd». Mario Cardinali, direttore del Vernacolie­re di Livorno, vede la bocciatura dei Cinque Stelle e della sinistra come il risultato di «una città che ormai non è più diversa dalle altre, che non ha più una sua unicità. Qui la gente non è neppure più in grado di ridere di se stessa. Tanto è vero che il Vernacolie­re oggi lo vendiamo solo fuori Livorno».

Ma dopo cinque anni con Filippo Nogarin, possibile che i Cinque Stelle non siano stati in grado di far fruttare il lavoro di rinnovamen­to e rottura col passato? «Hanno fatto delle buone cose e Nogarin non è uno sciocco: ha salvato l’Aamps, ha impedito la lottizzazi­one del nuovo ospedale. Ma contro di lui ha pesato un’alleanza di governo con questa destra così brutta. Così i grillini di destra hanno votato la destra vera, mentre chi ne ha avuto paura si è rifugiato nel Pd». Cardinali spara a zero sulle due coalizioni che andranno al ballottagg­io, contro «un centrosini­stra che ha rialzato la testa perché vedeva messi in discussion­e i suoi interessi e i suoi vecchi legami», e contro un centrodest­ra «che spinge sulla sicurezza e individua il nemico nei migranti.

Perché a Livorno, come in tutta Italia, oggi c’è voglia di fascismo: e non intendo quello classico delle camicie nere, ma un fascismo che si manifesta nella mancanza di solidariet­à». Cardinali è arrabbiato e lo è anche il sindaco uscente Filippo Nogarin: nelle ore in cui ancora non sa se entrerà all’Europarlam­ento, dalla sua segreteria socchiudon­o la porta: «Puoi parlare?», «No», si sente dall’altra stanza. Ordini da Roma, spiegano dal suo staff. Ma alla fine la porta si apre, accetta di dire la sua sulle comunali: «Ho fatto cose importanti per la città, ma non ho cercato il consenso. Rivendico tutto, perché lascio una Livorno migliore». Sui due sfidanti al ballottagg­io, Luca Salvetti e Andrea Romiti, il sindaco uscente è durissimo: «Siamo ai limiti della fine del mondo, in entrambi i casi, ma per rispetto delle istituzion­i voterò».

Molti in città sembrano pronti a turarsi il naso pur di non far diventare sindaco il candidato di Fratelli d’Italia, anche la sinistra di Buongiorno Livorno potrebbe farlo. Mentre i grillini si dividono. E Cardinali? «Il voto è segreto. Ma il prossimo numero del Vernacolie­re lo dedicherò all’antifascis­mo».

Nogarin

Ho fatto cose importanti, senza cercare il consenso. Rivendico tutto Salvetti o Romiti? Per rispetto delle istituzion­i andrò a votare

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Mauro Cardinali, direttore del «Vernacolie­re»

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