Dalla Cittadella viola alla Mercafir Macigno sul domino grandi opere
Aeroporto, nuova Mercafir, stadio e Cittadella viola. Le tre partite erano, sono, restano legate. Simul stabunt, simul candent?, verrebbe da chidersi dopo che il Tar ha cancellato la Valutazione di impatto ambientale sulla nuova pista di Peretola. Più banalmente, se non si incastrano nei tempi e nei modi, questi tre progetti rischiavano di finire come l’ultimo schema di una partita di Tetris. Cioè quel gioco di mattoncini che cadono in forme diverse. Per comporli, vanno trovati quelli che si accoppiano meglio. Se quello che riempie tutto lo spazio vuoto non arriva, si perde.
Ci sono più motivi per capire questo effetto. Partiamo da Toscana Aeroporti. La società, per realizzare nuovi pista e scalo, avrebbe dovuto espropriare diverse decine di ettari tra cui una parte di quelli di proprietà di Unipol Sai, nell’area di Castello. Area sulla quale il Comune ha fatto una variante, perché gli immobili pubblici che dovevano andarci in origine (sedi di Regione, Provincia, una scuola) non sono più previsti. La variante era redatta in modo compatibile sia alla pista attuale, che a quella parallela, ha sempre assicurato Palazzo Vecchio. Ed, ovviamente, con la previsione di un’altra opera pubblica in arrivo, il nuovo mercato ortofrutticolo. Liberando, in questo modo, l’attuale Mercafir per il nuovo stadio e la Cittadella viola.
Toscana Aeroporti aveva firmato con Unipol Sai un preliminare di acquisto di tutta l’area. Con un’intesa di vendere i 15 ettari necessari alla Mercafir al Comune (allo stesso prezzo di acquisto, una partita di giro) e velocizzando i passaggi necessari per la costruzione del nuovo mercato. Ma era una vendita che si sarebbe finalizzata solo se tutta la procedura fosse stata conclusa. Cioè che fossero approvati e vigenti sia la variante urbanistica su Castello che il decreto di conclusione della Conferenza dei servizi al Masterlplan di Peretola. Ma con lo stop al Tar sulla Valutazione di impatto ambientale, la seconda di fatto è «sospesa».
Ora ripartirà il contenzioso giudiziario-amministrativo. Il ricorso, già annunciato da Toscana Aeroporti, al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar chiederà anche una immediata sospensiva degli effetti della sentenza. Ma fino a questo giudizio, nche se fosse positivo, probabilmente il contratto di acquisto non si concluderebbe. È il primo tassello del Tetris che salta. Il Comune dovrebbe quindi trattare direttamente con Unipol Sai l’acquisto dell’area (o l’esproprio). Cioè con la società che, probabilmente, ha fatto più ricorsi al Tar al mondo contro tutti gli atti urbanistici che Palazzo Vecchio ha preso in quella zona e che avessero un effetto sui suoi 160 ettari (123 quelli ancora liberi).
È la situazione peggiore, dal punto di vista delle prospettive, che richiedevano tempi sicuri per il trasferimento della Mercafir a Castello. Altro mattoncino che non si incastra, nuove incertezze sulla per Cittadella viola e nuovo stadio. Questo progetto è nelle mani del proponente privato, cioè la Fiorentina: la formula scelta per realizzare il tutto è quella del «project financing». Cioé la Fiorentina deve presentare ancora il progetto esecutivo: dopo che Palazzo Vecchio lo avrà valutato dovrà comunque aprire una gara, per capire se ci sono altri soggetti interessati a realizzarlo. Ma fino a che la società viola non vedrà certezze nei passaggi futuri, pare non sia intenzionata a perfezionare gli atti: anche perché dovrebbe pagare lei l’acquisto dell’area per la nuova Mercafir.
Il valore dell’area di Castello per la quale Toscana Aeroporti aveva firmato il preliminare del contratto di acquisto era di circa 75 milioni di euro. Il valore dei 15 ettari (edificabili, gran parte degli ettari non lo sono) era di una cifra poco sotto ai 20 milioni di euro. Se non parte il project financing per lo stadio, Palazzo Vecchio deve trovare questa cifra da sola, oltre ai circa 70 di cui la Mercafir avrà bisogno per la nuova infrastruttura (autofinanziata). In questo balletto di numeri, procedure, dati, il rischio è che ora bisognerà ricominciare la partita di Tetris. Anzi, non si può neanche quello: fino a che non si risolverà il confronto giuridicoamministrativo, tutto potrebbe semplicemente restare sospeso, con tutte le parti in gioco private (Toscana aeroporti, Unipol Sai, Fiorentina e Mercafir, partecipata del Comune con soci privati) che non possono, non vogliono, o non devono, fare la prima mossa. L’unico che è convinto che non cambi nulla, almeno per lil suo territorio, è Alberto Cristianini: il ponte tra le Signe, previsto nel novero delle opere collegate al Masterplan, secondo lui non sarà toccato: «No, fa parte di un accordo e ci sono le condizioni di andare avanti. E poi dei 12 milioni che serviranno per la realizzazione dell’opera solo 4 sono stati messi da Toscana Aeroporti». Fino alla prossima sentenza.
Il nodo
La società che gestisce lo scalo acquisterà i terreni di Unipol Sai Castello solo alla conclusione di tutte le procedure autorizzative