Ritrovata la cassapanca che fu dei Malaspina
Massa: rubata dal castello nell’ottobre del 1980, era nella mani di un collezionista di Forlì
Sono trascorsi 39 anni da quando una cassapanca del XVI secolo, decorata sul davanti con due maschere, probabilmente del teatro greco, intagliate nel legno di noce, fu trafugata insieme ad altre mobilie dalle sale del castello Malaspina di Massa. Ieri la cassapanca è stata riconsegnata dai Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze alla Soprintendenza e a tutta la città. La cassapanca è stata ritrovata nella villa di un collezionista di Reggio Emilia dai carabinieri che, in realtà, stavano seguendo le tracce di un altro oggetto prezioso, un pugnale, finito tra le 500 e più armi rubate al museo Stibbert di Firenze nel 1977. Il pugnale fu rintracciato prima in Inghilterra, dove era stato venduto per oltre 400 mila euro, poi in Italia, fino al ritrovamento nella villa di un collezionista di Forlì.
Durante il sopralluogo la cassapanca non è passata inosservata ai carabinieri, che si sono subito accorti del valore storico di quell’oggetto, lo hanno fotografato e confrontato con il milione di opere d’arte sparite dal patrimonio nazionale e catalogate nella banca dati dei Beni culturali. Così è stata riconosciuta come oggetto di furto e riportata a Massa, dentro il museo del castello Malaspina. «È giusto che torni qui — ha detto Angela Arcordon della Soprintendenza archeologica Belle Arti e paesaggio della provincia di Lucca e Massa Carrara — Noi desideriamo che questo bene venga restituito alla cittadinanza». «Grazie di questo ritrovamento — ha detto il sindaco Francesco Persiani — La custodiremo con orgoglio». La cassapanca fu rubata la notte del 30 ottobre 1980: i ladri, con un furgone, si avventurarono per la ripida e stretta salita che porta al castello, spaccarono il lucchetto del cancello e saccheggiarono le stanze, portandosi via cassettiere, poltrone ricamate d’oro, comodini e inginocchiatoi. Oggetti che poi finirono sul mercato internazionale, venduti a prezzi stratosferici, quando ancora andava di moda arredare le case con l’antiquariato. Per la cassapanca che fu della famiglia Malaspina, utilizzata per i corredi delle figlie di Cybo, piena di lini e merletti dell’epoca, non ci sono state denunce, spiega il maggiore Disibio, poiché «il professionista aveva ricevuto l’oggetto in eredità dal defunto padre».
Opera del Cinquecento È decorata sul davanti con due maschere del teatro greco intagliate nel legno di noce Ora sarà esposta nel museo