Salvini accusa il vescovo di Lucca Givone: «Ci riporta alle Crociate»
Lucca, il leader della Lega contro monsignor Giulietti sul decreto sicurezza: «Il nuovo eroe della sinistra»
Matteo Salvini va all’attacco del vescovo di Lucca Paolo Giulietti, che ha aderito alla campagna di Libera contro il decreto Sicurezza bis facendosi fotografare col cartello «La disumanità non può diventare legge». Il ministro dell’Interno definisce «nuovo eroe della sinistra» l’arcivescovo di Lucca. La replica di Giulietti, a cui ieri è arrivata la solidarietà di diverse associazioni cattoliche: «A Salvini mancano informazioni». Il filosofo Sergio Givone: «Il vicepremier vuole riproporre un modello di cattolicesimo dei tempi delle Crociate. Più gente da lui che in chiesa? Il Vangelo non si misura col consenso».
«Al vescovo-politico, nuovo eroe della sinistra (!), mi permetto di dire che l’unica disumanità è quella di chi in questi anni, con le porte aperte all’invasione, ha ingrassato il business dei trafficanti di schiavi e ha reso l’Italia un Paese meno sicuro». Nonostante fosse impegnato in Senato, tra Tav e crisi di governo, il vicepremier Matteo Salvini, ieri, ha comunque trovato il tempo di rispondere sui social network al vescovo di Lucca Paolo Giulietti, che ha aderito, insieme al sindaco Alessandro Tambellini (contro cui ieri sono comparsi manifesti anonimi in cui si chiede conto di Bibbiano), alla campagna di Libera contro il decreto Sicurezza bis. Il vescovo si era fatto fotografare con un cartello — «La disumanità non può diventare legge» — che ha mandato su tutte le furie il ministro dell’Interno. «Mi confortano le decine di messaggi di sostegno che ricevo ogni giorno da donne e uomini di Chiesa, attenti a quello che succede nella realtà», dice Salvini. «La MANGIATOIA dell’immigrazione clandestina è FI-NI-TA!» (in maiuscolo nel testo).
«Non c’è nulla da dire. È evidente che il signor ministro manca di informazioni sulla campagna di Libera», la replica di Giulietti che, ieri ha incassato la solidarietà di una grossa fetta del mondo cattolico toscano. La deputata del Pd, Rosa Maria Di Giorgi, parla di «attacco volgare», perché «Giulietti non ha fatto altro che svolgere la sua missione pastorale, ovvero la testimonianza della fede, attraverso le parole e gli insegnamenti del Vangelo. Oggi sembra che la Lega abbia dichiarato guerra alla Chiesa ed al suo legittimo Pontefice».
Da Lucca è la Caritas a far sentire la propria voce: «Al di là della libertà di espressione individuale che la Costituzione garantisce a ogni cittadino, vescovi compresi, vogliamo ringraziare monsignor Paolo per la sua limpida presa di posizione che ci riporta alla essenzialità del Vangelo». Le Acli attaccano la Lega: «Non è accettabile che una forza di governo che esprime incarichi istituzionali di massimo rilievo solleciti e gestisca attacchi contro un uomo della Chiesa “colpevole” di
❞ Le Acli Non è accettabile che una forza di governo solleciti e gestisca attacchi contro un uomo della Chiesa “colpevole” di portare la voce dell’insegna mento cristiano tra i fedeli
portare la voce dell’insegnamento cristiano tra i fedeli, richiamando peraltro pubblicamente una visione della Chiesa e della Fede Cristiana arcaica e fuori dai tempi». Chi invece chiede a tutta la Chiesa di schierarsi con il vescovo Giulietti è padre Jean Jacques di Prato, originario del Congo e in Italia dal 1982: «Non solo io ma tutti quelli che si definiscono veri cristiani dovrebbero sostenere questa presa di posizione bella ma tardiva. La Chiesa avrebbe dovuto fare le barricate già quando il governo Berlusconi introdusse il reato di clandestinità. Io personalmente sono senza sé e senza ma con il vescovo di Lucca e con altri sacerdoti proveremo a smuovere le coscienze. Oggi più che mai la disobbedienza è necessaria». Ma c’è anche un altro vescovo toscano che ha deciso di protestare contro il decreto Sicurezza bis, Fausto Tardelli di Pistoia, che su Facebook ha scritto: «Non automaticamente, non necessariamente né evidentemente, una legge perché fatta da una maggioranza parlamentare democraticamente eletta, è giusta. Può essere invece profondamente ingiusta, anche se per ipotesi fosse riconosciuta costituzionale».