Taxi maldestro: ferito l’ulivo del ricordo
Spezzato un ramo dell’albero dei Georgofili. Si riapre la polemica sui mezzi in centro
Il danno è grave e probabilmente irrimediabile. Ma i giardinieri di Palazzo Vecchio assicurano che faranno di tutto per salvare quel simbolo dell’anti mafia attorno a cui, ogni anno nella notte tra il 26 e 27 maggio, si ritrovano centinaia di fiorentini per commemorare le cinque vittime della bomba mafiosa ai Georgofili del 1993. All’ulivo della Pace, piantato nel 2004 proprio nel punto in cui fu lasciato il Fiat Fiorino imbottito di tritolo, ieri mattina è stato tranciato un grosso ramo: «Un incidente e non un atto vandalico», hanno fatto sapere dal Comune. Versione confermata dall’assessore Stefano Giorgetti dopo un confronto con la polizia municipale, a cui stavolta è bastato poco tempo per ricostruire l’accaduto, guardando le immagini registrate dalle numerose telecamere di sicurezza di via dei Georgofili.
Il responsabile dell’incidente sarebbe un tassista fiorentino di sessant’anni che aveva parcheggiato il suo taxi merci accanto alla pianta. L’uomo non si è reso conto che nel chiudere il portellone posteriore del mezzo un ramo vi era rimasto incastrato. E così, non appena ha messo in moto ed è ripartito, quella fronda è stata tranciata di netto. Risultano danneggiati anche la protezione e la targa lasciata dal comitato Georgofili-Lambertesca in ricordo dell’attentato mafioso.
«Non mi sono accorto di nulla», si è giustificato il tassista con gli agenti della municipale che, ieri, lo hanno convocato nel comando di via delle Terme per sentire anche la sua versione dei fatti. «Sono dispiaciuto per ciò che ho causato e sono a disposizione nel caso serva una mano» ha aggiunto il sessantenne, che ai vigili ha detto di aver contattato immediatamente l’Accademia dei Georgofili per informarli dell’incidente e lasciare i propri riferimenti.
Il danno, anche se accidentale, ieri ha comunque suscitato un vespaio di polemiche in città, anche perché il ricordo del tir che in retromarcia distrugge una colonna del Corridoio Vasariano o di quell’auto che pochi mesi più tardi ha staccato da terra uno dei riccioli paracarro degli Uffizi (creando anche delle crepe in un basamento) è ancora vivo. «Certi mezzi nell’area Unesco non dovrebbero accedere. Il sindaco Nardella e l’assessore Giorgetti dovrebbero ripensare alla mobilità del centro. Cosa aspettiamo? Che buttino giù qualcos’altro?» dicono le attività della zona, ora, fanno proprio quell’appello più volte fatto a Palazzo Vecchio da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi.
L’ulivo della Pace è considerato da tutti i fiorentini un vero e proprio monumento: rappresenta infatti la rinascita simbolica della strada e della città dopo la strage commissionata da Cosa Nostra in risposta all’applicazione del 41 bis per alcuni mafiosi. Oggi le tracce dell’attentato in via dei Georgofili sono visibili nei palazzi ricostruiti, dove sono stati lasciati dei segni che identificano la parte riedificata. Sul basamento dell’ulivo, invece, ci sono alcune placche d’ottone con scritte di pace in molte lingue diverse.