Anche San Marco accorpato agli Uffizi E il museo etrusco di Chiusi va a Roma
Il ministro Alberto Bonisoli ha agito in gran velocità e ha deciso e formalizzato l’accorpamento del museo dell’Accademia e anche di quello di San Marco agli Uffizi. Nasce dunque un polo museale di immenso valore scientifico, artistico ed economico che sarà guidato da un unico direttore — Eike Schmidt potrebbe essere confermato, altrimenti si dovrà trovare un sostituto entro fine ottobre — — ma non solo. Nella prima tranche dei decreti attuativi della Riforma Bonisoli, firmati il 13 agosto in tutta fretta per evitare che i venti di crisi per il governo blocchino gli effetti del nuovo testo sui Beni culturali, c’è un altro provvedimento importante che farà storcere il naso a non pochi. Nascono i Musei Nazionali Etruschi con sede a Villa Giulia, che comprendono i musei etruschi e archeologici nazionali di Chiusi (Siena) e sempre a Chiusi la Necropoli di Poggio Renzo e la Tomba della scimmia. Il decreto, nel definire l’istituto di rilevante interesse nazionale, eleva i Musei Nazionali Etruschi a museo di seconda fascia, dotandolo, dunque, di autonomia speciale (non solo scientifica ma anche gestionale). Una rivoluzione anche in questo caso. All’ex Polo regionale della Toscana, diretto da Stefano Casciu, che ora diventa Direzione territoriale delle reti museali della Toscana, resta tutto il resto escluso il complesso del Bargello, che è l’unico a non essere stato lambito dal terremoto della Riforma Bonisoli e che vede riconfermare alla sua guida la direttrice Paola D’Agostino.
Il punto più delicato della rivoluzione Bonisoli — annunciato dal ministro proprio durante una visita a Firenze avvenuta per la presentazione dell’ultimo Pitti Uomo — riguarda l’abolizione dei consigli di amministrazione dei musei autonomi, organismi senza i quali l’approvazione dei bilanci e dunque la gestione effettiva della liquidità, tornerebbe a Roma. Quest’ultimo è ovviamente il motivo numero uno delle critiche, perché di fatto rappresenterebbe la vera pietra tombale sull riforma voluta dal precedente ministro Dario Franceschini. Su questo Bonisoli non ha ancora emanato alcun decreto attuativo e dunque non è ancora certo che spariranno i Cda né chi li sostituirà. Ma non è detto che subito dopo Ferragosto, forse lunedì visto il lungo ponte estivo a cui stiamo andando incontro, non ci possano essere delle novità. Ad aspettarle sono in tanti e in tutta Italia. Ma qui a Firenze la questione sta più a cuore ad Eike Schmidt. Il direttore degli Uffizi ha già ricevuto l’invito a restare per un secondo mandato ma prima di sciogliere definitivamente le riserve aspetta di vedere come e in che termini sarà ridimensionato la sua possibilità di manovra e dunque il suo potere qui a Firenze alla luce del progetto Bonisoli. Aspetta dunque di leggere anche la seconda puntata dei decreti attuativi.
Tra le ragioni del sì e dunque della decisione di restare a Firenze ora c’è l’allargamento delle sue competenze. Se restasse sarebbe a capo di un gigante che comprende gli Uffizi, Palazzo Pitti (con tutti i musei contenuti), Boboli, l’Accademia e ora quel gioiello firmato dal Beato Angelico che è il museo di San Marco. Staremo a vedere.