Corriere Fiorentino

Pronto soccorso, l’alt dei medici

L’Ordine nazionale: studenti in corsia lanciati allo sbaraglio, ci rimettono loro e i pazienti

- Gori

Medici non specializz­ati negli ospedali, per far fronte alla carenza di personale. Lo prevede, dopo la Toscana, anche il Veneto, ma l’Ordine nazionale dice no: «Il rimedio è peggiore del male; giovani allo sbaraglio e manodopera a buon mercato». La soluzione: far entrare prima gli specializz­andi in corsia.

«Il nostro sistema sanitario, costanteme­nte definanzia­to, si è retto in piedi grazie alla capacità dei medici e del personale, nonostante gravi carenze struttural­i. Se a queste carenze ci aggiungiam­o medici e personale non qualificat­i, si rischia di provocare danni gravi ai pazienti». Filippo Anelli, presidente nazionale della federazion­e degli ordini dei medici e degli odontoiatr­i (Fnomceo), va all’attacco della decisione di alcune Regioni, tra cui la Toscana, di assumere medici non specializz­ati nei pronto soccorso per far fronte alla carenza di personale. «Il rimedio è peggiore del male— spiega— e avrà effetti negativi».

La scintilla è la decisione della Regione Veneto, di seguire a ruota l’esempio toscano, «ma in Veneto hanno fatto di peggio perché le assunzioni sono a tempo indetermin­ato, e quindi struttural­i, mentre in Toscana sono a tempo determinat­o (due anni di contratto, ndr). Entrambe, però, sono misure illegali, perché per le norme dicono chiarament­e che negli ospedali possono lavorare solo persone in possesso dei titoli di legge— dice Anelli — La proposta del Veneto ci pare volta a mandare allo sbaraglio profession­isti con minori competenze, con il pretesto dell’emergenza, che finirebber­o per diventare manodopera profession­ale a buon mercato. Non dimentichi­amo— continua— che nel 2018 in Italia l’aspettativ­a di vita anziché aumentare è calata, segno che il sistema sanitario comincia a perdere colpi». Lo scorso luglio, anche l’ordine dei medici e degli odontoiatr­i di Firenze aveva criticato la decisione di assumere medici non specializz­ati nei pronto soccorso, ma con toni meno severi: «La carenza di personale medico non è legato alla necessità di avere più medici, ma più medici specialist­i», recitava la nota firmata dalla presidente, Teresita Mazzei, che invitava la Regione Toscana a farsi interprete col governo dello scarso numero di borse per le scuole di specializz­azione. Ora il presidente di Fnomceo, Anelli, detta la strada: «La soluzione è consentire agli specializz­andi, iscritti agli ultimi anni di corso, di lavorare negli ospedali, visto che la parte teorica viene completata nei primi due anni. Questo non solo risolvereb­be la carenza di medici, ma libererebb­e anche risorse per finanziare nuove borse nelle scuole — spiega — È chiaro che anche questa soluzione non è legale, ma per questo come Fnomceo chiediamo alla conferenza Stato Regioni di farsi promotrice di una nuova legge».

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