Corriere Fiorentino

Tra Roma e Viterbo, dove non c’è il turismo di massa

- Di Laura Antonini

«La prima volta che ci andai, 20 anni fa, arrivando dalla mia collinosa Toscana la trovai un po’ brulla. Da allora la Tuscia laziale mi è rimasta nel cuore tanto che ogni agosto ci pianifico un soggiorno». Parola di Laudomia Pucci che anche questa estate è pronta a ripetere il suo viaggio in quel verde paradiso tra Roma e Viterbo. «Solo a 40 chilometri dalla capitale sembra di trovarsi in un’oasi sospesa nel tempo. In un’Italia ancora autentica e non invasa dal turismo di massa. Un viaggio che mi piace ripetere perdendomi tra i palazzi e le architettu­re in tufo. Da Ronciglion­e a Viterbo le città sono concepite come bijoux con piazze dove si trovano fontane scolpite dai grandi maestri. E poi Caprarola, il parco di Bomarzo, la splendida Civita di Bagnoregio uno dei borghi più belli d’Italia. Infine, ma non per ultimo, il lago di Vico: non è costruito e, facendo un volo di fantasia, sembra quasi di stare in Wyoming»

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