Corriere Fiorentino

Anziana sulla sedia a rotelle picchiata e insultata per mesi E la vicina chiama la polizia

Costretta in sedia a rotelle subiva da mesi angherie dalla donna, spesso ubriaca e irregolare in Italia

- di Valentina Marotta a pagina 6

«Basta, non farmi male! Ti prego» ha supplicato l’anziana quando la badante l’ha presa per il collo e le ha tirato i capelli. Non era la prima volta, ma l’altra sera, quelle urla sono state sentite da una vicina che ha dato l’allarme alla polizia.

Quando gli agenti sono entrati nell’appartamen­to di via di Ripoli, la governante ucraina era ubriaca e li ha spintonati per evitare di essere identifica­ta. Così per lei, 49 anni, irregolare in Italia, è scattata la denuncia per maltrattam­enti, resistenza a pubblico ufficiale e violazione dell’obbligo di soggiorno oltre a una sanzione per ubriachezz­a. Nei guai, però, è finito anche il figlio dell’anziana, denunciato per aver dato lavoro, senza un regolare contratto, a una persona priva di permesso di soggiorno. Rischia l’arresto fino a un anno per aver violato la legge del 1998 sull’immigrazio­ne.

Una storia di maltrattam­enti andata avanti per mesi senza che nessun familiare si accorgesse del dramma che stava vivendo la signora. Tutto inizia un anno e mezzo fa. La pensionata, 87 anni, è costretta dalla malattia su una sedia a rotelle. Anche il figlio non riesce a seguirla come vorrebbe e decide di assumere una badante. All’inizio, la governante è gentile e attenta. Ma poi, secondo quanto ricostruit­o dagli investigat­ori, comincia a reagire con stizza e sgarbo alle più semplici richieste dell’anziana signora.

Ogni giorno la situazione peggiora. Agli insulti e alle umiliazion­i, si sarebbero aggiunti derisioni e schiaffi. La badante dà sempre più spesso in escandesce­nza, soprattutt­o quando beve vino. L’anziana sopporta senza reagire per timore di ritorsioni. Resta in silenzio anche con il figlio, che va spesso a farle visita. Qualche settimana fa, a quanto pare dopo l’ennesima aggression­e affida una copia delle chiavi di casa alla vicina: «Non si sa mai, per qualsiasi evenienza». Ma non parla nemmeno con lei del clima di tensione in cui vive da mesi. Venerdì sera, la storia si ripete. La signora è in difficoltà e chiede aiuto alla badante. La reazione della governante è imprevedib­ile: inizia a inveire contro l’anziana, la afferra per il collo e poi le strappa i capelli. «Dio mio basta! Non farmi male, ti prego», implora la pensionata. L’altra non si calma e a quel punto inizia a strillare ancora di più.

Ad ascoltare le grida è la vicina. Lei, che in passato aveva sentito qualche volta provenire urla indistinte da quell’appartamen­to, stavolta decide di intervenir­e. Quando spalanca la porta, nell’appartamen­to è già calato il silenzio: l’anziana, sotto choc, ha addosso alcune ciocche di capelli, la badante, ubriaca, è seduta a un tavolo davanti a un brick di vino bianco semivuoto. È sempre la vicina che chiama la polizia. Sono le 21,30, quando sul posto arriva la volante.

Quando la badante si accorge degli agenti, li insulta e li spintona. Infine, si calma e rivela che da oltre un anno lavorava al nero per quella famiglia. E per lei e il suo datore di lavoro scattano le denunce.

Le indagini Arrivata dall’Ucraina lavorava al nero, per questo il figlio della signora rischia sanzioni

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