Anziana sulla sedia a rotelle picchiata e insultata per mesi E la vicina chiama la polizia
Costretta in sedia a rotelle subiva da mesi angherie dalla donna, spesso ubriaca e irregolare in Italia
«Basta, non farmi male! Ti prego» ha supplicato l’anziana quando la badante l’ha presa per il collo e le ha tirato i capelli. Non era la prima volta, ma l’altra sera, quelle urla sono state sentite da una vicina che ha dato l’allarme alla polizia.
Quando gli agenti sono entrati nell’appartamento di via di Ripoli, la governante ucraina era ubriaca e li ha spintonati per evitare di essere identificata. Così per lei, 49 anni, irregolare in Italia, è scattata la denuncia per maltrattamenti, resistenza a pubblico ufficiale e violazione dell’obbligo di soggiorno oltre a una sanzione per ubriachezza. Nei guai, però, è finito anche il figlio dell’anziana, denunciato per aver dato lavoro, senza un regolare contratto, a una persona priva di permesso di soggiorno. Rischia l’arresto fino a un anno per aver violato la legge del 1998 sull’immigrazione.
Una storia di maltrattamenti andata avanti per mesi senza che nessun familiare si accorgesse del dramma che stava vivendo la signora. Tutto inizia un anno e mezzo fa. La pensionata, 87 anni, è costretta dalla malattia su una sedia a rotelle. Anche il figlio non riesce a seguirla come vorrebbe e decide di assumere una badante. All’inizio, la governante è gentile e attenta. Ma poi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, comincia a reagire con stizza e sgarbo alle più semplici richieste dell’anziana signora.
Ogni giorno la situazione peggiora. Agli insulti e alle umiliazioni, si sarebbero aggiunti derisioni e schiaffi. La badante dà sempre più spesso in escandescenza, soprattutto quando beve vino. L’anziana sopporta senza reagire per timore di ritorsioni. Resta in silenzio anche con il figlio, che va spesso a farle visita. Qualche settimana fa, a quanto pare dopo l’ennesima aggressione affida una copia delle chiavi di casa alla vicina: «Non si sa mai, per qualsiasi evenienza». Ma non parla nemmeno con lei del clima di tensione in cui vive da mesi. Venerdì sera, la storia si ripete. La signora è in difficoltà e chiede aiuto alla badante. La reazione della governante è imprevedibile: inizia a inveire contro l’anziana, la afferra per il collo e poi le strappa i capelli. «Dio mio basta! Non farmi male, ti prego», implora la pensionata. L’altra non si calma e a quel punto inizia a strillare ancora di più.
Ad ascoltare le grida è la vicina. Lei, che in passato aveva sentito qualche volta provenire urla indistinte da quell’appartamento, stavolta decide di intervenire. Quando spalanca la porta, nell’appartamento è già calato il silenzio: l’anziana, sotto choc, ha addosso alcune ciocche di capelli, la badante, ubriaca, è seduta a un tavolo davanti a un brick di vino bianco semivuoto. È sempre la vicina che chiama la polizia. Sono le 21,30, quando sul posto arriva la volante.
Quando la badante si accorge degli agenti, li insulta e li spintona. Infine, si calma e rivela che da oltre un anno lavorava al nero per quella famiglia. E per lei e il suo datore di lavoro scattano le denunce.
Le indagini Arrivata dall’Ucraina lavorava al nero, per questo il figlio della signora rischia sanzioni