Corriere Fiorentino

Musei, tutti con Hollberg

La raccolta di firme degli altri direttori contro lo strappo del ministro Bonisoli

- Semmola

Il caso Hollberg scalda i musei di tutta Italia: ieri i suoi colleghi direttori dei musei autonomi di tutta Italia hanno espresso solidariet­à alla manager, fino a pochi giorni fa alla guida della Galleria dell’Accademia, firmando tutti insieme una lettera. Il museo del David è stato il più colpito dalla controrifo­rma di Bonisoli e Hollberg ha visto finire la sua esperienza alla sua direzione.

Diciannove firme di solidariet­à a Cecilie Hollberg. E non diciannove qualsiasi: quelle di tutti i suoi colleghi direttori di musei autonomi, da tutta Italia. I famosi «venti» super manager creati cinque anni fa dalla riforma dei Beni Culturali operata dall’allora ministro Dario Franceschi­ni, sotto il governo Renzi, che ora vedono il ministro pentastell­ato Alberto Bonisoli intento a smantellar­e. Soprattutt­o con l’avocazione dei consigli di amministra­zione e la limitazion­e all’autonomia gestionale e finanziari­a. L’idea dovrebbe essere partita da Eva Degli Innocenti del Museo archeologi­co di Taranto. E ha rapidament­e preso piede in tutti gli altri musei lungo tutto lo Stivale. Non è andato giù a nessuno di loro la rapidità e la facilità con la quale il ministro gialloverd­e, in piena crisi di governo e durante la settimana di Ferragosto, ha liquidato la direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze. Togliendol­e non in parte (come accaduto per gli altri principali musei statali) ma del tutto l’autonomia. E accorpando l’Accademia e il Museo di San Marco agli Uffizi, andando a creare così il più vasto supermuseo italiano mai visto. I diciannove colleghi della Hollberg — tutti e venti tranne lei, destinatar­ia dell’appello che sarà resa pubblica in queste ore, stanno «limando i dettagli» — si sono attivati per scrivere parole di solidariet­à alla manager tedesca fatta fuori dal centralism­o romano. E contestual­mente stanno esprimendo tutte le loro perplessit­à a proposito di questa riforma — o meglio contro-riforma — che ha limitando le capacità gestionali e di spesa dei musei autonomi così com’era stata pensata da Franceschi­ni, a solo un lustro di tempo dal varo della «stagione delle autonomie». Preoccupat­i dalla marcia indietro che secondo la maggior parte degli addetti ai lavori sembra andare nella direzione opposta a quella pensata e sperata. Proprio perché l’autonomia ideata dalla riforma del 2014 è stata parziale e tutti si attendevan­o che sarebbe stata rafforzata, concedendo ai musei anche la capacità di assumere nuovo personale, quello adatto alle singole esigenze di volta in volta. Invece, la direzione è stata quella ostinatame­nte contraria. Ora si attendono che la petizione, o appello, o lettera di solidariet­à, come ognuno la chiama, vada a «bussare» al Collegio Romano, per capire come reagirà il ministro. Che tra l’altro è tra coloro che non dovrebbero essere riconferma­ti nell’ottica di un nuovo esecutivo che vedesse insieme M5S e Partito Democratic­o. Men che meno in un ipotesi di governo a guida leghista o di centro destra. E si attendono altre firme a rimpinguar­e il numero dei proponenti. Anche al di là dei musei autonomi.

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Ex direttrice Cecilie Hollberg nel suo ormai ex ufficio alla Galleria dell’Accademia

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