Corriere Fiorentino

I NODI TOSCANI, IN ATTESA DEL GOVERNO

- Mauro Bonciani

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella martedì terrà il secondo giro di consultazi­oni per la formazione del nuovo governo. Pd e M5S trattano per formare un esecutivo di legislatur­a, ma è presto per capire se il governo giallo rosso nascerà. In attesa di capire come finirà la crisi molte questioni restano sospese. Anche per la Toscana, che già con i precedenti esecutivi ha aperto tavoli e confronti su molti temi, a volte con risultati positivi altre volte molto meno. Al di là dei tatticismi e delle future alleanze, anche in vista delle elezioni regionali 2020 in cui per la prima volta il centro sinistra vede in bilico la riconferma, la questione chiave è accelerare lo sviluppo. Ad esempio sbloccando le grandi opere, dall’aeroporto fiorentino alla Tirrenica, dal porto di Livorno all’Alta Velocità che da anni a Firenze è ferma in attesa di un futuro che non si vede. Non a caso l’assessore regionale alle infrastrut­ture, Vincenzo Ceccarelli, ha sottolinea­to nei giorni scorsi che «qualsiasi governo nasca dovrà mettere tra le priorità le infrastrut­ture, facendo ripartire le opere bloccate. Il ministero delle Infrastrut­ture, nel 2018, non ha speso 5,7 miliardi di euro dei fondi in bilancio», aggiungend­o «sotto attraversa­mento Tav, Tirrenica, Due Mari e molte altre opere sono priorità per la Toscana. Da un anno giacciono sul tavolo del Ministero, siamo pronti a “ricordarle” a chiunque si insedierà». Mentre l’onorevole Gabriele Toccafondi (Civica Popolare) si chiede: «Con Governo Pd5Stelle si sblocchere­bbero cantieri per Firenze? Servono risposte chiare su cosa potrebbe proporre nuova maggioranz­a, altrimenti sarebbe una fiducia da brividi». Ed il govenrator­e Enrico Rossi, ieri alla Versiliana, dopo aver ribadito che preferisce il voto subito, ha sottolinea­to: «Al nuovo governo, comunque sia, chiederemo di risolvere i nodi infrastrut­turali della regione». Poi ci sono le tante crisi industrial­i aperte, dalla Bekaert all’acciaieria di Piombino, per non parlare della contro riforma dei beni culturali, portata avanti dal ministro Alberto Bonisoli.

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