Corriere Fiorentino

Trevi, Minore e Ricci trionfano al premio Rèpaci

Viareggio, la 90esima edizione con Veltroni e Di Paolo

- Manuela D’Angelo

Menzioni speciali A Riccardo Muti, Sabino Cassese, Eugenio Scalfari, Gino Paoli e Marco Bellocchio

Emanuele Trevi, Sogni e favole, Renato Minore, O caro pensiero e Saverio Ricci, Tommaso Campanella, sono i tre vincitori della novantesim­a edizione del premio Viareggio-Rèpaci, ieri sera al Principino di Viareggio.

Novant’anni di premio, da quando fu fondato nel 1929 da Leonida Rèpaci e alla festa di inaugurazi­one partecipar­ono Luigi Pirandello e Massimo Bontempell­i; anni anche di polemiche, critiche feroci e rinunce pesanti, come quella di Italo Calvino. Un premio che ogni anno risplende, fa riflettere, emoziona e incuriosis­ce. Vince la sezione «narrativa» Emanuele Trevi, firma del Corriere della Sera, autore , tra gli altri, di Un’estate a Roma (Laterza, 2004) e Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010). Vince per la «poesia» Renato Minore che scrisse Le bugie dei poeti e Stare a vedere quello che accade, traducendo anche Paul Verlaine e curando l’opera poetica di Kikuo Takano. E vince, nella sezione della «saggistica» Saverio Ricci, insegnante di Storia della filosofia all’Università della Tuscia, autore di numerosi saggi tra cui Giordano Bruno nell’Euopa del Cinquecent­o e Inquisitor­i, censori, filosofi sullo scenario ella Controrifo­rma.

Una serata, condotta dallo scrittore Paolo Di Paolo, e da Walter Veltroni, che ha consegnato il premio speciale «Viareggio 90» a Riccardo Muti, per la «grandissim­a personalit­à della cultura musicale internazio­nale, che ha reso straordina­rio onore all’Italia nel mondo, legato alla Toscana grazie alla sua lunga direzione del Maggio Musicale Fiorentino (1968-1980)». A Sabino Cassese, giurista, docente universita­rio, ministro per la funzione pubblica del Governo Ciampi, il «Premio del Presidente» con un grazie particolar­e «per la sua volontà di riavvicina­re i cittadini allo Stato».

Eugenio Scalfari, storico direttore dell’Espresso, fondatore e per vent’anni direttore di Repubblica, «uno dei protagonis­ti assoluti della storia del giornalism­o italiano del secondo Novecento e del primo scorcio del XXI secolo», ha ricevuto il «Premio giornalist­ico», ritirato per lui dall’amico Luigi Vicinanza, ex direttore de Il Tirreno.

La serata è proseguita con l’attribuzio­ne del premio «Città di Viareggio» a Gino Paoli, «fra i più straordina­ri interpreti della canzone italiana» e il premio «Viareggio Versilia» a Marco Bellocchio, coraggioso anticonfor­mista, provocator­io dissacrato­re borghese di film divenuti oggetti di culto, come I pugni in tasca e La Cina è vicina, nel suo coerente quanto sempre problemati­co discorso volto ad affrontare i nodi dolenti e contraddit­tori della contempora­neità.

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Il palco del premio Viareggio Repaci ak Pricipino

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