Com’è la sessualità al tempo del clic: il festival alla Giunti
A Villa La Loggia il 14 e il 15 si tiene il festival della sessuologia ideato e diretto da Daniel Giunti Incontri, laboratori e workshop senza tabù. Per capire come stiamo cambiando al tempo di Internet
La monogamia non è più una regola. Il poliamore ringrazia. Lo scambismo anche. Non parliamo delle semplici care vecchie corna. Il missionario a letto non è più il benvenuto: i maschi eterosessuali under 45 sognano di dar sfogo al proprio erotismo nei luoghi pubblici — è la fantasia numero uno — mentre per gli omosessuali lo è il voyerismo, e le orge per i bisessuali. Vanno poi per la maggiore le fantasie che riguardano filmini amatoriali e finti strangolamenti per gli over 45. E le donne? A ogni età chiedono benda sugli occhi e lacci sulle mani. Vogliono essere dominate. Le meno giovani desiderano anche essere osservate nell’atto sessuale da una terza persona. Il bondage «non è più considerata una perversione» o meglio «il termine perversione non viene più utilizzato, per il suo connotato stigmatizzante». Ma è sempre una di quelle esperienze che va per la maggiore, anche se perde un po’ di terreno a vantaggio dello shibari, che è la versione nipponico-estetizzante del bondage. Sempre di corde parliamo. Però più «cool». È sesso più artistico. Ci si lega più lentamente. Ma è la tecnologia — i toys, le app, i social tematici, il sexting tramite smartphone — a rappresentare la più corposa novità come fenomeno di massa quando si parla di abitudini sessuali. Tanto che potremmo tranquillamente dire di essere passati da un modello «Sex and the city» a uno «Sex and the social». Da cui l’hashatag ufficiale del Festival della Sessuologia che il prossimo weekend si terrà a Villa Loggia, la sede di Giunti in via Bolognese: #SocialSexEra.
A giungere a queste conclusioni dopo un’indagine statistica su un campione di mille toscani è Daniel Giunti. Psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, figlio dell’editore Sergio Giunti. Ha ideato e organizzato questo primo Festival della Sessuologia insieme al Centro Integrato di Sessuologia Il Ponte di Firenze — da lui stesso fondato — Giunti Psychometrics e l’Istituto Italiano di Sessuologia Integrata. Due giorni, 14 e 15 settembre, tra workshop su bondage, sessualità dei disabili, psicologia di coppia, su come raccontare il sesso ai figli, sul benessere psico-sessuale, incontri, tavole rotonde, laboratori interattivi. Con ospiti come Valeria Benatti, Roberta Bruzzone, Lidia Ravera, Valentina Ricci. E vari esperti dalle università di Firenze, Napoli e l’Aquila.
«L’utilizzo della tecnologia e delle app di incontro, sia per sesso occasionale che come mezzo di incontro per relazioni è comprensibilmente più utilizzato da persone omosessuali — racconta Daniel Giunti — per il solito motivo del vivere in una società ancora non libera da pregiudizi omofobici. Infatti la tecnologia permette una maggiore libertà e riservatezza, più ricercate da persone non eterosessuali».
La sua indagine conferma molti luoghi comuni tradizionali come la maggiore voracità sessuale in ambito gay rispetto a quello etero o una maggiore promiscuità del genere maschile rispetto a quello femminile. «La realtà ci dice che questa è legata non tanto all’orientamento sessuale — prosegue il sessuologo fiorentino — quanto al genere maschile, quindi coinvolgendo la sessualità gay esclusivamente persone di sesso maschile, i comportamenti promiscui possono risultare più frequenti». D’altro canto una persona su cento che ha raccolto il suo invito a raccontare la propria sessualità si è dichiarata completamente priva di interesse: «Sono persone che si definiscono asessuali o demisessuali, chi sviluppa attrazione solo a fronte di un forte legame affettivo».
Lo scopo che Daniel Giunti si è prefissato quando ha pensato di realizzare questo festival, o — per dirla diversamente — le curiosità che si aspetta di vedere soddisfatte sono due: «Quanto le persone si sentiranno libere di parlare ed esporsi o quanto sia ancora effettivamente un tabù» e soprattutto «mi aspetto di avere davvero un quadro completo sull’influenza di tecnologia e social sulla sessualità». Lui lo ha chiesto, ai giovani toscani: il 90% degli omosessuali riceve frequentemente fotografie dei genitali, l’80 dei bisessuali e il 58 delle donne omosessuali. Mentre le donne eterosessuali che hanno ricevuto almeno una volta delle foto hot sono il 44%. Gli uomini eterosessuali le ricevono nel 47%. Le donne lo fanno prevalentemente per eccitare il proprio partner, come gioco, per stuzzicarsi a vicenda. Mentre gli uomini sono i maggiori utilizzatori di app, siti e social network per ottenere nuovi incontri. Nel mondo omosessuale maschile — sostiene — si arriva al 70%.
«La tecnologia incrementa l’utilizzo dei sex toys con risvolti spesso positivi di maggiore esplorazione e conoscenza di se stessi e di inserimento di novità e complicità all’interno della coppia — prosegue l’ideatore del festival — oltre che anche talvolta di aiuto ai professionisti della salute sessuale». Mentre la realtà virtuale nella sessualità «ancora non è molto diffusa tra la popolazione generale, mentre la si sta iniziando a sperimentare in ambito terapeutico per alcune specifiche patologie della sfera sessuale». Ma è presto per giungere a conclusioni in questo campo: «Le tecnologie si stanno diffondendo massimamente negli ultimi anni, ci vorrà un po’ di tempo per capire se sono effettivamente di aiuto o se andranno a creare di nuovo delle credenze disfunzionali».
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Tendenza
Gli uomini sono i maggiori utilizzatori di app e siti per ottenere nuovi incontri
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Realtà virtuale
Si sta iniziando a sperimentare per alcune patologie della sfera sessuale