Corriere Fiorentino

E ora si riapre la partita dell’Accademia

Per ora Schmidt resta superdiret­tore, ma gli equilibri andranno tutti da ridefinire

- Paolo Ceccarelli Edoardo Semmola

Dal Collegio Romano «La situazione fiorentina, con Uffizi e Accademia, è tra le nostre priorità»

La chiave Il ritorno della delega al turismo sotto i Beni culturali servirà per riorganizz­are tutto

«Firenze, con l’Accademia e gli Uffizi, è tra le nostre priorità». Al ministero dei Beni culturali, dove Dario Franceschi­ni si è appena reinsediat­o come ministro, l’attenzione è alta su ogni aspetto della controrifo­rma del Cinque Stelle Alberto Bonisoli ma in particolar­e su alcuni situazioni. Tra cui appunto quella fiorentina.

«Il congelamen­to dei decreti del precedente ministro non significa che abbiamo varato la riforma della riforma — spiegano dal Collegio Romano, sede del Mibac — Non è che arriviamo e buttiamo via tutto, non può funzionare così un’amministra­zione pubblica...».

Insomma, se qualcuno pensa che il ministro Pd voglia fare il rottamator­e del rottamator­e Bonisoli, che ha voluto svuotare la riforma franceschi­niana sull’autonomia dei grandi musei, si sbaglia. «Certo, l’autonomia era un aspetto centrale dei provvedime­nti voluti da Franceschi­ni, e lui non ha cambiato idea su questo», spiegano i suoi fedelissim­i. Ma un ministero, specie se delicato come quello dei Beni culturali, ha tempi ed equilibri che vanno rispettati. Per questo il motto che sembra ispirare la squadra che è appena rientrata al Collegio Romano dopo i 15 mesi gialloverd­i sembra essere «festina lente»: affrettati lentamente, anche nello smontaggio della controrifo­rma di Bonisoli.

La sospension­e dei decreti attuativi voluti dall’ex ministro Pentastell­ato non riportano Cecilie Hollberg in sella alla Galleria dell’Accademia. E non restituisc­ono al museo del David l’autonomia perduta a Ferragosto. Per il principio della continuità amministra­tiva occorrereb­be un nuovo decreto per modificare — di nuovo — la geografia museale fiorentina. Non basta aver stoppato sulla soglia della Corte dei Conti i precedenti decreti: quello che avocava a Roma i Consigli di amministra­zione dei musei autonomi, quello che bilanciava diversamen­te i contributi statali tra musei «grandi» e musei «piccoli», e soprattutt­o quello che aveva ridisegnat­o la topografia culturale, innestando Museo di San Marco e Accademia dentro gli Uffizi per creare il «super museo» più grande d’Italia.

Certo che i nuovi provvedime­nto arriverann­o, fanno sapere dal Collegio Romano. E più presto possibile, perché con il ritorno del Turismo tra le deleghe del ministero bisogna varare una riorganizz­azione e l’operazione riguarderà giocoforza anche l’autonomia dei musei.

Ma al momento tutto rimane congelato: sia la poltrona che fino a tre settimane fa appartenev­a a Cecilie Hollberg sia le nuove, allargate, competenze di Eike Schmidt che ancora si trova a dirigere quel mastodonti­co polo museale che va da Palazzo Pitti a San Marco.

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