E ora si riapre la partita dell’Accademia
Per ora Schmidt resta superdirettore, ma gli equilibri andranno tutti da ridefinire
Dal Collegio Romano «La situazione fiorentina, con Uffizi e Accademia, è tra le nostre priorità»
La chiave Il ritorno della delega al turismo sotto i Beni culturali servirà per riorganizzare tutto
«Firenze, con l’Accademia e gli Uffizi, è tra le nostre priorità». Al ministero dei Beni culturali, dove Dario Franceschini si è appena reinsediato come ministro, l’attenzione è alta su ogni aspetto della controriforma del Cinque Stelle Alberto Bonisoli ma in particolare su alcuni situazioni. Tra cui appunto quella fiorentina.
«Il congelamento dei decreti del precedente ministro non significa che abbiamo varato la riforma della riforma — spiegano dal Collegio Romano, sede del Mibac — Non è che arriviamo e buttiamo via tutto, non può funzionare così un’amministrazione pubblica...».
Insomma, se qualcuno pensa che il ministro Pd voglia fare il rottamatore del rottamatore Bonisoli, che ha voluto svuotare la riforma franceschiniana sull’autonomia dei grandi musei, si sbaglia. «Certo, l’autonomia era un aspetto centrale dei provvedimenti voluti da Franceschini, e lui non ha cambiato idea su questo», spiegano i suoi fedelissimi. Ma un ministero, specie se delicato come quello dei Beni culturali, ha tempi ed equilibri che vanno rispettati. Per questo il motto che sembra ispirare la squadra che è appena rientrata al Collegio Romano dopo i 15 mesi gialloverdi sembra essere «festina lente»: affrettati lentamente, anche nello smontaggio della controriforma di Bonisoli.
La sospensione dei decreti attuativi voluti dall’ex ministro Pentastellato non riportano Cecilie Hollberg in sella alla Galleria dell’Accademia. E non restituiscono al museo del David l’autonomia perduta a Ferragosto. Per il principio della continuità amministrativa occorrerebbe un nuovo decreto per modificare — di nuovo — la geografia museale fiorentina. Non basta aver stoppato sulla soglia della Corte dei Conti i precedenti decreti: quello che avocava a Roma i Consigli di amministrazione dei musei autonomi, quello che bilanciava diversamente i contributi statali tra musei «grandi» e musei «piccoli», e soprattutto quello che aveva ridisegnato la topografia culturale, innestando Museo di San Marco e Accademia dentro gli Uffizi per creare il «super museo» più grande d’Italia.
Certo che i nuovi provvedimento arriveranno, fanno sapere dal Collegio Romano. E più presto possibile, perché con il ritorno del Turismo tra le deleghe del ministero bisogna varare una riorganizzazione e l’operazione riguarderà giocoforza anche l’autonomia dei musei.
Ma al momento tutto rimane congelato: sia la poltrona che fino a tre settimane fa apparteneva a Cecilie Hollberg sia le nuove, allargate, competenze di Eike Schmidt che ancora si trova a dirigere quel mastodontico polo museale che va da Palazzo Pitti a San Marco.