Corriere Fiorentino

Il David verso l’autonomia bis

Accademia, sì al decreto che modifica la riforma Bonisoli: a dicembre l’indipenden­za

- Chiara Dino

Il primo passo per il ritorno dell’autonomia all’Accademia è andato in scena ieri con il Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto che permette al ministero del Beni culturali di rimettere mano alla sua organizzaz­ione. Franceschi­ni e ai suoi tecnici potranno così modificare la riforma di Alberto Bonisoli.

È stato il giorno della Galleria dell’Accademia ieri a Roma, o meglio del primo passo verso la sua ritrovata autonomia. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che permette al ministero del Beni culturali di rimettere mano alla sua organizzaz­ione. Atto dovuto dopo che, con il ritorno di Dario Franceschi­ni al vertice di via del Collegio romano, la gestione delle politiche turistiche, sottratta al ministero dell’Agricoltur­a, è tornata sotto l’egida di quello della Cultura.

In pratica il Consiglio dei Ministri ha approvato una «libertà di manovra» che consentirà a Franceschi­ni e ai suoi tecnici di rimettere mano alla riforma di Alberto Bonisoli che tanto aveva frenato l’autonomia dei musei. Non solo togliendol­a toutcourt all’Accademia, ma anche potenziand­o il controllo romano e delle soprintend­enze su prestiti, bilanci, interventi di manutenzio­ne.

Tornando a via Ricasoli, l’indicazion­e politica che arriva dal ministero è chiara ma per ora nella gestione pratica cambia ben poco. Infatti, perché il decreto di ieri possa diventare operativo con una serie di interventi legislativ­i e organizzat­ivi ad hoc bisognerà aspettare due mesi da oggi, giorno della sua pubblicazi­one sulla Gazzetta Ufficiale. Ragionevol­mente il testo conclusivo con il nuovo regolament­o anche sull’Accademia, spiegano da Roma, sarà pronto per metà dicembre.

Cosa ci sarà scritto? L’orientamen­to del ministro Franceschi­ni è abbastanza noto, vorrebbe un ritorno all’autonomia del museo del David, come lui l’aveva lasciata prima che si insediasse Bonisoli. Ma per adesso l’Accademia resta sotto il controllo del direttore degli Uffizi Eike Schmidt, che dovrebbe limitarsi alla gestione ordinaria aspettando di conoscere chi lo gestirà. Proprio Schmidt, pochi giorni dopo esser stato nominato da Bonisoli al vertice del museo di via Ricasoli, aveva convocato i giornalist­i per parlare della sua «rivoluzion­e» e dei progetti che avrebbero segnato il futuro dell’Accademia. Quali? Un sofisticat­o sistema di illuminazi­one, un restyling di didascalie e pannelli didattici, con un occhio di riguardo al design e al multimedia­le, la messa a punto di quell’atteso sistema di climatizza­zione e aria condiziona­ta per la tribuna del David. E poi, il debutto del totem hi-tech «taglia code» dotato di software e algoritmo collaudato con successo agli Uffizi nelle giornate di apertura gratuita. Cosa ne sarà di tutti questi progetti non è dato sapere. L’unica cosa che si è concretizz­ata, nella gestione Uffizi-Accademia, è lo scambio di opere autorizzat­o da Schmidt tra le Gallerie e via Ricasoli, con le prime che hanno rinunciato a tre capolavori settecente­schi, due trittici di Pacino di Bonaguida e uno di Jacopo del Casentino esposti nella prestigios­a Sala della Maestà; e la seconda che ha ceduto il Cristo Crocifisso del Maestro del Crocifisso Corsi originaria­mente dipinto per l’antica chiesa di San Pier Scheraggio divenuta, nel Cinquecent­o, parte integrante degli Uffizi.

L’organizzaz­ione Perché il decreto possa essere operativo ci sarà bisogno di interventi ad hoc

Al vertice

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt per ora continuerà ad avere la gestione ordinaria

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Il ministro Dario Franceschi­ni
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