Inchiesta su Open, la fondazione che finanziò Renzi
Investigatori mercoledì nell’ufficio dell’ex presidente Bianchi, accusato di traffico d’influenze
Finisce sotto la lente della Procura la Fondazione Open, la cassaforte che ha finanziato la scalata politica di Matteo Renzi da sindaco di Firenze a Palazzo Chigi. Mercoledì gli investigatori della Guardia di Finanza e il procuratore aggiunto Luca Turco si sono presentati nello studio di Alberto Bianchi, avvocato di fiducia dei renziani, che di Open è stato il presidente. Pistoiese di origine, Bianchi, 65 anni, è adesso indagato per traffico di influenze, lo stesso reato contestato dalla Procura di Firenze e Roma a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. I finanzieri hanno portato via i bilanci della Fondazione e l’elenco di tutti i finanziatori. Open era nata nel 2012 a Firenze come Big Bang. Secondo lo statuto originario aveva lo scopo «di promuovere, supportare ed elaborare ricerche, analisi, studi e proposte». In realtà è presto diventato il contenitore per ricevere donazioni da parte di finanziatori privati. Il suo nome è soprattutto legato alle convention della Leopolda, dove ha avuto inizio la «rottamazione» ad opera di Renzi. Nessun commento da parte di Bianchi alla notizia dell’inchiesta che lo coinvolge. È il suo legale, l’avvocato Nino D’Avirro a parlare per lui: «Si tratta di un’indagine che ipotizza un reato fumoso quale il traffico di influenze in relazione a prestazioni professionali a nostro avviso legittime. L’avvocato Bianchi ha messo a disposizione della polizia giudiziaria tutta la documentazione richiesta, nella convinzione di chiarire tutto per una vicenda che lo sta particolarmente amareggiando». Nell’aprile 2018, dopo sette edizioni della Leopolda, la Fondazione ha chiuso i battenti. Nel cda c’erano le persone più vicine a Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai. Tra le donazioni più cospicue figurano quelle del finanziere Davide Serra, con quasi 300 mila euro, della British american tobacco (110 mila euro) o dell’armatore Vincenzo Onorato (150 mila euro) ma moltissime le donazioni arrivate da parte di semplici cittadini. Open ha garantito l’anonimato ai donatori che non hanno autorizzato la diffusione dei loro dati. In sei anni la Fondazione Open ha raccolto circa 6,7 milioni di euro. «Siamo la fondazione italiana più trasparente in assoluto», aveva detto un anno fa Bianchi. Sarà adesso la Procura ad accertare se sia realmente così.
Il legale D’Avirro «Viene ipotizzato un reato fumoso. La vicenda ci amareggia molto»