Regionali, Giani rilancia: il più unitario sono io
Il nodo del dopo Rossi. La segretaria Pd Bonafè: io non corro, primarie se non c’è intesa
Ventiquattro ore ad alta tensione dentro il Pd per le elezioni regionali 2020. La causa? Le indicazioni di Stefano Vaccari, responsabile organizzazione del partito nazionale, che attraverso Repubblica Firenze ha mandato alcuni messaggi. Primo: «Niente primarie, il profilo giusto è quello di Simona Bonafè», la segretaria dem toscana che a luglio si era tirata fuori dalla corsa a candidato governatore. E che ieri ha ribadito: «Non corro».
Bonafè ha preso posizione nel pomeriggio, dopo che mille telefonate si sono inpea, trecciate in casa Pd sull’ipotetico nuovo scenario che escludeva Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, unico dichiaratamente già in corsa, e dopo che il sindaco di Firenze Dario Nardella aveva detto:«Il segretario nazionale Zingaretti e la segretaria regionale devono vedersi al più presto, e chiamare a raccolta il gruppo dirigente perché si indichi una strada. Ora più che mai il Pd deve indicare un candidato unitario».
Bonafè, dopo aver sottolineato la scelta di non correre per continuare a fare la segretaria e la parlamentare euroha spiegato: «Il mio ruolo in vista delle prossime elezioni regionali sarà quello di guidare il percorso cercando l’unità del partito in questa delicatissima fase. Sarà negli organismi dirigenti regionali, già convocati per la prossima settimana, che definiremo le tappe partendo dai programmi e dalla costruzione delle alleanze aperte anche ai mondi civici in un quadro politico in cui si inserisce come nuovo interlocutore anche “Italia Viva”. Dobbiamo avere come obiettivo una candidatura unitaria, che in tanti sollecitano. Se questo tentativo non andrà a buon fine sceglieremo il candidato con le primarie». «Sono soddisfatto della chiarezza e trasparenza di Bonafè — commenta Giani — potrà svolgere al meglio la sua funzione di arbitro. L’intervento da Roma? Mi fido di Zingaretti che ha detto che decidono i livelli regionali, Roma non impone nulla. Il candidato unitario? Se ci fosse stato in questi mesi sarebbe venuto fuori. Il candidato più unitario sono io, che rappresento l’area riformista e la base, anche zingarettiana mi apprezza, come tanti sindaci». Giani è in corsa e aggiunge: «Sono entrato nel Pd 12 anni fa e ci starò nel futuro. La mia storia dice che rispetto le regole, che so anteporre le esigenze del partito alle mie come quando mi fu chiesto di non correre per rafforzare la candidatura a sindaco di Nardella. Le primarie sono da sempre coessenziali al Pd, lo strumento principe delle sue scelte, io nel 2007 votai Veltroni. E un partito rispetta le regole».
Il presidente del Consiglio regionale
«Mi fido di Zingaretti che ha detto che decidono i livelli regionali, che Roma non impone nulla»