«Le mie rose sulle volanti, agli agenti serviva affetto»
Francesco, 47 anni, e l’omaggio a Trieste: l’ho fatto anche per Nassiryia, ma ora mi hanno scoperto
«È un gesto che ho sempre fatto, un pensiero che ho sempre avuto. Lo feci per la strage di Nassiriya». Francesco Pedani, 47 anni è l’uomo che sabato scorso, dopo la tragedia di Trieste, al commissariato di Poggibonsi ha lasciato sul parabrezza di ogni volante in sosta una rosa bianca.
«È un gesto che ho sempre fatto, un pensiero che ho sempre avuto. Lo feci per la strage di Nassiriya e per il morto a Roma. Solo che questa volta mi hanno sorpreso». Francesco Pedani, 47 anni è l’uomo che sabato scorso è andato davanti al commissariato di Poggibonsi e ha lasciato sul parabrezza di ogni volante in sosta una rosa bianca, legata con un nastro tricolore: poche ore prima erano stati uccisi all’interno della Questura di Trieste gli agenti Pierluigi Rotta, 34 anni, e Matteo Demengo, 31 anni.
«Io volevo fare come le altre volte. Questi gesti si fanno in silenzio. E invece le telecamere di sicurezza — l’ho saputo dopo — mi hanno ripreso mentre appoggiavo i fiori sulle macchine. Non sono neppure riuscito a fare quattro metri che i poliziotti mi hanno fermato: erano in lacrime, si erano commossi di questo gesto» spiega Pedani, che non vorrebbe notorietà e si definisce «un normale impiegato, un cittadino comune».
Come nasce un gesto del genere, fatto cercando il totale anonimato in un’età in cui milioni di persone sui social network esaltano ogni propria minima quotidiana banalità?
❞ Questi gesti si fanno in silenzio, invece mi hanno filmato I poliziotti erano in lacrime ❞
Il video ha ricevuto tantissimi «mi piace» Era meglio trasformare quei «like» in messaggi e rose
«È semplice. Io ritengo che in momenti difficili come queste le persone debbano mettersi nei panni dei poliziotti. Sono ragazzi che guadagnano 1.300 euro al mese rischiano spesso con mezzi obsoleti — spiega Pedani — È comodo chiamare la polizia solo quando uno ne ha bisogno. Stavolta erano loro ad avere bisogno, bisogno dell’affetto e della gratitudine delle persone normali, gente come me».
La Questura di Siena, nei giorni scorsi, ha deciso di diffondere via Facebook il video del gesto. Pedani è rimasto stupito dal fatto «che ci sono state tantissime visualizzazioni e che tante persone hanno messo un mi piace. Ho pensato che ci voleva un ‘bischero’ come me per risvegliare l’attenzione verso chi rischia la vita tutti i giorni». Pedani avrebbe voluto «trasformare tutti quei like in messaggi e rose. Fiori che oltre 5 mila cittadini come me potevano mettere sui cruscotti delle volanti».
La politica? Non c’entra: «A me la politica non interessa, io sono un cittadino normale. Ci sono tantissime persone normali come me. Ed è giusto, profondamente giusto, far sentire la nostra vicinanza a chi ci protegge rischiando la propria vita».