NÉ INDIFFERENTI NÉ RASSEGNATI
APalazzo Vecchio è suonata una sveglia. Provocherà un sussulto? O qualcuno la silenzierà rapidamente per neutralizzarne l’effetto? Ieri i comitati cittadini del centro hanno avanzato due richieste precise: varare definitivamente nell’area Unesco la Ztl h24 almeno in quattro giorni della settimana; intervenire contro l’invasione dei tavolini per strada nella zona di Borgo La Croce. Sono due fronti di una stessa battaglia che questo giornale combatte da tempo. Una battaglia per la difesa del diritto al rispetto reciproco, ma anche per non fare scappare dal centro i residenti che ancora resistono. Anche in questo caso sgomenta la lentezza con cui l’Amministrazione affronta alcune emergenze che si stanno cronicizzando. E come accade davanti alle malattie croniche sembra prendere ogni giorno più campo la spinta a far finta di nulla, mentre tra i fiorentini fa breccia la tentazione di rassegnarsi. Un doppio rischio, letale per il futuro della città, a meno che non vogliamo davvero farla sprofondare nel caos. E nella invivibilità. Il sindaco aveva promesso un paio di anni fa uno studio serio su tutti i tipi di Ztl in modo da arrivare a soluzioni più efficaci. Non è successo. Ora Nardella può metterci una pezza. Ma non come un dovere, bensì con la consapevolezza di un ritardo che va colmato. Nelle aspettative di tanti fiorentini il secondo mandato del sindaco, rieletto con il 58 per cento dei voti, doveva servire a tagliare alcuni nodi importanti. Per ora si sono aggrovigliati ulteriormente. Traffico e mobilità sono un’ottima occasione per ripartire. Serve una Firenze efficiente, viva, civile, non persa dietro a sogni improbabili. Come ci ha insegnato La Pira, che — tra l’altro —salvò il Pignone, costruì l’Isolotto e radunò qui i sindaci di tutto il mondo per stringere amicizie e favorire la pace. Concretamente.