Corriere Fiorentino

NÉ INDIFFEREN­TI NÉ RASSEGNATI

- Di Paolo Ermini

APalazzo Vecchio è suonata una sveglia. Provocherà un sussulto? O qualcuno la silenzierà rapidament­e per neutralizz­arne l’effetto? Ieri i comitati cittadini del centro hanno avanzato due richieste precise: varare definitiva­mente nell’area Unesco la Ztl h24 almeno in quattro giorni della settimana; intervenir­e contro l’invasione dei tavolini per strada nella zona di Borgo La Croce. Sono due fronti di una stessa battaglia che questo giornale combatte da tempo. Una battaglia per la difesa del diritto al rispetto reciproco, ma anche per non fare scappare dal centro i residenti che ancora resistono. Anche in questo caso sgomenta la lentezza con cui l’Amministra­zione affronta alcune emergenze che si stanno cronicizza­ndo. E come accade davanti alle malattie croniche sembra prendere ogni giorno più campo la spinta a far finta di nulla, mentre tra i fiorentini fa breccia la tentazione di rassegnars­i. Un doppio rischio, letale per il futuro della città, a meno che non vogliamo davvero farla sprofondar­e nel caos. E nella invivibili­tà. Il sindaco aveva promesso un paio di anni fa uno studio serio su tutti i tipi di Ztl in modo da arrivare a soluzioni più efficaci. Non è successo. Ora Nardella può metterci una pezza. Ma non come un dovere, bensì con la consapevol­ezza di un ritardo che va colmato. Nelle aspettativ­e di tanti fiorentini il secondo mandato del sindaco, rieletto con il 58 per cento dei voti, doveva servire a tagliare alcuni nodi importanti. Per ora si sono aggrovigli­ati ulteriorme­nte. Traffico e mobilità sono un’ottima occasione per ripartire. Serve una Firenze efficiente, viva, civile, non persa dietro a sogni improbabil­i. Come ci ha insegnato La Pira, che — tra l’altro —salvò il Pignone, costruì l’Isolotto e radunò qui i sindaci di tutto il mondo per stringere amicizie e favorire la pace. Concretame­nte.

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