Corriere Fiorentino

CANDIDATO O NO, RESTERÒ NEL PD

- di Eugenio Giani*

Caro direttore, ho letto con attenzione il fondo di domenica dal titolo «Il Pd e le regionali, primarie e trasparenz­a» e sento di dover rispondere alla sollecitaz­ione che mi riguarda direttamen­te.

Ringrazio del riconoscim­ento sulla legittimit­à di una candidatur­a alla guida della Regione che nasce dal lavoro diffuso in questi anni sul territorio e sul contatto e la stima maturata fra amministra­tori locali, esponenti di categorie economiche, istituzion­i sociali e culturali, rappresent­anti dell’associazio­nismo così vivo in Toscana. Mi si sollecita però ad un impegno di chiarezza sulla mia posizione politica futura alla luce della scissione promossa da Matteo Renzi con il movimento di Italia Viva. Fin dal primo momento con assoluta trasparenz­a, ho confermato la mia convinta adesione al Pd a cui aderii nel momento fondativo, dodici anni or sono nell’ottobre 2007. Ero allora molto convinto di un nuovo partito riformista che svolgesse una funzione di unità tra mondi diversi dei progressis­ti, dai Cattolici democratic­i, a coloro che venivano dall’esperienza Pci, poi Pds e quindi Ds, a chi aveva un’origine socialista, liberale, repubblica­na. Per entrare nel Pd io non ebbi l’automatism­o di chi proveniva dai Ds o dalla Margherita, ma per me fu una scelta di rottura con il mondo dei Socialisti democratic­i con cui avevo militato e vissuto importanti esperienze politiche e amministra­tive. Al Pd sono rimasto convinto aderente anche quando nel 2009, o nel 2014 mi è stato chiesto per spirito di squadra di non partecipar­e alle primarie per sindaco di Firenze, intendendo limitare i contendent­i. La mia storia dimostra coerenza nel vivere lo spirito di partito e nel saper fare sacrificio individual­e alle aspirazion­i per interesse generale del Pd. Se oggi affermo con chiarezza e trasparenz­a di non aderire alla scissione e di sentirmi a casa mia nel Pd, proprio per il modo con cui vi ho militato per 12 anni, ritengo che nessuno possa avere dubbi sull’impegno futuro nel e per il Pd. Se io sarò chiamato secondo consultazi­oni per una candidatur­a unitaria, o attraverso la partecipaz­ione alle primarie, al ruolo di candidato governator­e per il Pd, la mia adesione e il mio impegno per i 5 anni successivi non è nemmeno da mettere in discussion­e. Dico di più, se in caso di primarie io non risultassi il candidato vincente, mi impegnerò per chi ottiene più consensi come se fossi io il candidato governator­e, manifestan­do lo spirito di squadra, che ho dimostrato in precedenti occasioni. Sarò assolutame­nte rispettoso del percorso che in queste settimane porterà il gruppo dirigente a verificare la convergenz­a di tutte le aree culturali e politiche del Pd su un candidato unitario, ma non si esorcizzin­o le primarie da parte di un partito che ne ha fatto in questi 12 anni di storia un elemento fondante. La stessa elezione del segretario nazionale Nicola Zingaretti nasce nel marzo scorso da primarie con più candidati e in questi giorni vi sono regioni, come la Puglia, che hanno deciso di individuar­e il candidato governator­e con le primarie il prossimo 15 dicembre. Io sono con orgoglio nel Pd, credo fortemente nei valori di libertà, solidariet­à, progresso sociale, innovazion­e, capacità di fare che questo partito porta avanti e se con tali presuppost­i sarò candidato alle prossime regionali tutti potranno verificare la coerenza con cui porterò avanti il mio mandato da iscritto al Pd.

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