Corriere Fiorentino

L’ultimo sprint di Giovanni, morto a 22 anni

È morto ad Alessandri­a il ciclista pratese di 22 anni. Indagini sulle cause dell’incidente

- Bernardini

È caduto a pochi metri dal traguardo, proprio durante lo sprint. Giovanni Iannelli sabato scorso ad Alessandri­a stava provando a vincere, quando è caduto sbattendo la testa contro un parapetto. Un movimento improvviso del gruppo, o un pedale spezzato le ipotesi al vaglio degli inquirenti.

La vita di un ragazzo di 22 anni spezzata nel momento in cui stava facendo ciò che gli piaceva di più al mondo. Giovanni Iannelli sabato scorso era a una manciata di metri dal traguardo di un gara ciclistica, nel corso di uno sprint che stava provando a vincere, quando si è schiantato battendo la testa contro un parapetto di cemento. Forse l’equilibrio gli è mancato in seguito ad un movimento repentino del gruppo, forse uno dei pedali su cui stava producendo il massimo sforzo si è spezzato: la dinamica della caduta è ancora da accertare. L’urto violentiss­imo, che ha distrutto il caschetto che indossava, ha fatto subito temere per il peggio. L’incidente è avvenuto nella quinta e ultima gara del Trofeo Bassa Valle Scrivia a Molino dei Torti, in provincia di Alessandri­a.

Giovanni era stato subito trasportat­o in elisoccors­o all’ospedale della città piemontese, ma le sue condizioni non sono di fatto mai migliorate: troppo grave il trauma cranico riportato, a cui è seguito anche un arresto cardiaco.

Era iscritto all’università, ma il suo cuore — al di fuori di una vita fatta di tantissimi amici, una fidanzata e la passione per il Milan — ha sempre battuto più forte per il suo sport, quello della sua famiglia, il ciclismo. Correva con la maglia del team Hato Green Tea Beer ed era figlio di Carlo, avvocato molto noto in città, ex corridore, già vicepresid­ente del Comitato toscano della Federazion­e Ciclistica Italiana e in passato al vertice della Ciclistica pratese. Giovanni lascia anche due sorelle, assieme alla madre che insegna alla scuola di San Niccolò. Viveva in centro storico e in molti a Prato sono sotto choc per la notizia della sua scomparsa, che si è propagata in fretta sui social: il mondo del ciclismo pratese e il Comune stanno pensando di rendere omaggio alla sua memoria con una iniziativa che vada oltre il rito funebre, la cui data non è ancora stata fissata.

«Sei troppo bello per fare il corridore», aveva scherzato con lui l’ultima volta che l’aveva visto ad una gara, qualche settimana fa, Andrea Vezzosi. Uno che l’ha visto crescere, in quel mondo: «Gliel’ho detto per prenderlo in giro bonariamen­te, facendo riferiment­o alla sua avvenenza», spiega Vezzosi, consiglier­e del Comitato provincial­e ciclistico che fa parte della commission­e giovanile. «Ho sentito suo padre per messaggio poco fa (ieri per chi legge, ndr), sono tutti distrutti, compreso io. Per me Giovanni è come un nipote: l’ho tenuto in braccio, ha cominciato a correre con me a sette o otto anni, l’ho visto fare strada. È un dolore devastante».

Vezzosi ha un ricordo speciale le mille corse in cui ha visto crescere il giovane: «A Signa gli scattai una foto al traguardo: vinse per la prima volta una gara tra gli juniores battendo il campione italiano e quello toscano. Ho custodito gelosament­e quello scatto che forse ha rappresent­ato il momento sportivo più importante per lui».

L’amico di famiglia «L’ho tenuto in braccio, ha cominciato con me quando aveva 7 anni Siamo tutti devastati»

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Sopra Giovanni Iannelli con la maglia della Ciclistica pratese. A destra Giovanni taglia il traguardo per primo in una corsa a Signa battendo i campioni juniores italiano e toscano La foto è dell’amico di famiglia Andrea Vezzosi

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