Corriere Fiorentino

La bancarotta, Consip, il caso di Cuneo I fronti ancora aperti

- Antonella Mollica

A febbraio gli arresti per bancarotta, ieri la prima condanna. I guai più grandi per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, arrivano dal capoluogo toscano ma ci sono altri fronti aperti.

A febbraio Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono finiti ai domiciliar­i con l’accusa di bancarotta fraudolent­a e false fatturazio­ni. Secondo l’accusa avrebbero provocato dolosament­e il fallimento di tre cooperativ­e, la Delivery, la Europe Service e la Marmodiv. L’inchiesta è ormai arrivata al capolinea (gli avvocati aspettano in questi giorni l’avviso di conclusion­e indagine). Secondo gli inquirenti i Renzi — che ufficialme­nte non figuravano nelle società ma sarebbero stati amministra­tori di fatto — avrebbero caricato costi e oneri della Eventi 6, la società di famiglia, sulle cooperativ­e portandole al fallimento senza aver versato nè i contributi ai dipendenti nè le imposte. La loro strategia, secondo la Procura, sarebbe contenuta in una mail spedita nel 2015 da Tiziano: «Quando abbiamo preso in mano i lavoratori, facciamo il blitz, cambiamo il presidente e chiudiamo Marmodiv per mancanza di lavoro che dall’oggi al domani lo dirottiamo alla nuova». Dopo l’arresto i Renzi si sono dimessi da ogni incarico. La Bovoli ha lasciato il ruolo di amministra­trice della Eventi 6, Tiziano si è cancellato dal registro degli agenti di commercio. «Siamo pensionati» dicono nell’interrogat­orio davanti al gip.

Inchiesta Consip

Il prossimo scoglio da affrontare per Tiziano è tra meno di una settimana: il 14 ottobre davanti al gip di Roma dovrà discutere della sua posizione sull’inchiesta Consip, la centrale acquisti della pubblica amministra­zione. Tiziano, accusato di traffico di influenze, viene coinvolto nell’inchiesta con l’amico Carlo Russo e l’imprendito­re napoletano Alfredo Romeo. Romeo, secondo l’accusa, si sarebbe rivolto a Russo per arrivare a Renzi e influire così sull’ex amministra­tore delegato di Consip Luigi Marroni per aggiudicar­si appalti. Dopo due anni di indagini la Procura aveva chiesto l’archiviazi­one ma il gip si è opposto e lunedì in tribunale è prevista la decisione: archiviazi­one, come chiesto dalla procura, o processo. «Sono innocente come riconosciu­to dai pm» aveva tuonato Renzi puntando il dito contro il «processo mediatico» e contro quello che riteneva «un evidente caso di abuso di cognome». In realtà la Procura di Roma, pur chiedendo l’archiviazi­one per mancanza di elementi concreti, ritiene inattendib­ile la ricostruzi­one fatta da Renzi senior durante l’interrogat­orio a piazzale Clodio. Nell’ottobre 2018 Renzi compra anche una pagina di giornale per urlare la sua innocenza: «Mi arrendo, vado in pensione e faccio il nonno».

A febbraio Laura Bovoli è stata rinviata a giudizio per concorso in bancarotta documental­e per i rapporti che la Eventi 6 di cui era amministra­trice, aveva con la Direkta srl, fallita nel 2014. Anche in quella vicenda si parla di un giro di fatture fittizie. Il dibattimen­to è in corso.

A Firenze resta aperta un’altra inchiesta in cui si ipotizza il traffico di influenze e riguarda gli incontri tra l’allora pm di Trani Antonio Savasta (poi arrestato per corruzione in atti giudiziari) e l’allora sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti. L’incontro sarebbe stato procurato da Dagostino attraverso Tiziano.

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