I «miracolati» e la conversione alla carne del regista vegan
Da vegano a divoratore di carne. È la parabola di Dado Martino, che in un’ora e mezzo di film passa dall’animalismo più convinto a guardare le galline di un pollaio e avere la rivelazione: «Questi animali ci donano la loro vita per la nostra sopravvivenza», dice gonfio di gratitudine. Martino è il regista e protagonista de L’uomo che volle vivere 120 anni, la storia di un 40enne con qualche piccolo problema di salute che vuole capire se la sua dieta sia quella giusta. La sua «inchiesta sulla nutrizione», però, parla solo di Adriano Panzironi e della sua ricetta paleolitica. Ma in modo «scettico», assicura un adorante Martino mentre intervista il suo guru e dice frasi come «i grandi uomini realizzano grandi progetti, un vero e proprio risveglio collettivo». Le scene del film sono ispirate alla massima sobrietà: c’è l’adepto guarito da Life120 che si rivolge a Panzironi e gli dice «sei un genio». Ci sono miracolati che raccontano, senza filtri, di essere «in remissione da sclerosi multipla» o «guarita da epatite B». E c’è una tribuna di migliaia di tifosi che inneggiano alla dieta taumaturgica, mentre il guru è sul palco con una giacca argentata. Tra gli intervistati, ecco il giornalista-spalla Benedetto Dionisi, che non fa una piega mentre racconta i suoi, ormai superati, problemi di colon irritabile. Ma spunta uno scricchiolio anche nel sorriso imperturbabile di Panzironi, quando ripete che anche la calvizie sarebbe il risultato della dieta mediterranea: nella sua folta chioma spuntano inesorabili segni di diradamento. Pensare che «L’uomo che volle vivere 120 anni» ne ha solo 47. Gliene mancano giusto altri 73. (G.G.)