Da ultimi all’Europa
Due pareggi e tre vittorie, nonostante il calendario complicato Così Montella è riuscito a invertire la rotta: svolta dopo il Genoa Meglio dei viola hanno fatto soltanto Atalanta, Juventus e Inter Nelle ultime cinque giornate la Fiorentina ha tenuto un ri
«E leggero il mio pensiero vola e va... Ho quasi paura che si perda». Chissà. Magari anche Montella, in quella prima serata di settembre, aveva il timore che quell’idea andasse perduta. Che volasse via insieme ai tanti nazionali. In giro per il mondo, lontanissimi dal Centro Sportivo e, di conseguenza, dalla possibilità di mettersi al lavoro su quella (prima) svolta nata nell’intervallo di una partita disgraziata. Era Genoa-Fiorentina e, dopo un primo tempo di terribili sofferenze, l’Aeroplanino decise che il 4-3-3 non era l’abito giusto. E così, tra il primo e il secondo tempo, ecco il primo ritocco. Costretto anche dalla necessità di rimontare, Montella passa al 3-4-3.
Da lì, e più che altro dal varo dei tre dietro, è nata la scalata. E quella sosta che pareva una disgrazia è diventata, invece, una benedizione. Il giorno dopo, per esempio, è arrivato Caceres. Perché l’allenatore aveva deciso: per trovare equilibrio, bisognava partire, appunto, dalla difesa. E così, nonostante le poche prove (il gruppo si è ritrovato al completo soltanto a due giorni dalla gara con la Juventus) ecco la svolta. E ora, un mese dopo, le «impressioni di settembre» lasciate in eredità dal mese appena andato in archivio, hanno un sapore completamente diverso. Lo dice la classifica. Da sosta a sosta, in cinque partita la Fiorentina ha scalato dodici posizioni: da ventesima a ottava. Che poi in realtà, per punti fatti (11) i viola sono sesti, al pari di Lazio e Cagliari. Dalla zona retrocessione più profonda a quella che vale l’Europa. Una rimonta che acquista ancora più valore se si pensa al calendario. Ribery e compagni hanno già affrontato Juve, Napoli, Atalanta (le prime dello scorso campionato), e hanno fatto visita al Milan a San Siro. Difficile, fare di meglio.
Una scalata resa possibile da una serie di risultati ai limiti della perfezione. Nelle ultime cinque gare i viola hanno infilato due pareggi (con Juve in casa e Atalanta fuori), e tre vittorie (consecutive) con Sampdoria, Milan e Udinese. Totale: 11 punti. Soltanto Atalanta, Juventus (entrambe 13) e Inter (12) hanno fatto meglio. Di fatto da dopo la sosta, quello della Fiorentina è un ritmo da Champions. Come detto, tutto nasce dal passaggio dalla linea a quattro a quella a tre.
Nella sua prima versione quella viola era una squadra forse più spettacolare, ma di certo molto meno equilibrata. Del resto, quando hai esterni come Lirola e Dalbert, è difficile trovare compattezza schierandoli da terzini. E così, ecco il passaggio al 3-5-2. Un cambiamento che ha dato risposte positive sotto tutti i punti di vista. Quello difensivo in particolare. Negli ultimi cinque match Dragowski ha incassato soltanto 4 reti: 0,8 a partita. Solo Inter, Napoli e Udinese (che di gol ne hanno presi 3) son riusciti a subire meno. E anche il saldo finale (la differenza tra gol fatti e subiti) parla chiaro: +4, il dato della Fiorentina, peggio solamente di Atalanta (+8) e Inter, Juventus, Napoli e Cagliari, tutte con un +5.
Un altro elemento che salta agli occhi è quello che mette a confronto quanto speso sul mercato e la posizione in classifica. La Fiorentina è al quattordicesimo posto per spese (27,9 milioni) ma all’ottavo per risultati. Soltanto Atalanta (decima per spese e terza in classifica) e Verona (diciottesima ma in quanto a investimento e ottava sul campo) fanno meglio. Da sosta, a sosta. Dunque, nell’arco di un mese tutto si è ribaltato e quel pensiero di Montella, che volava, non si è perso. Anzi. Ora, un’altra pausa per le Nazionali. Per ricaricare le batterie e, magari, per farsi venire qualche altro colpo di genio. Del resto, fermarsi a riflettere fa sempre bene.