Corriere Fiorentino

Gli acuti del Martin-lottatore: con lui la difesa ha alzato il muro

IL PERSONAGGI­O

- Tommaso Loreto

I festeggiam­enti via social sono arrivati subito dopo l’uno a zero con l’Udinese, quando ancora le macchine dei calciatori faticavano a lasciare il garage del Franchi per i tifosi in attesa. Con 17 palle recuperate (miglior dato della sfida) Martin Caceres è stato uno dei protagonis­ti della terza vittoria consecutiv­a, e nel dopo gara ha pubblicato su Instagram la foto di squadra accompagna­ta dall’equazione «Esperienza+Giovani=Miscela perfetta».

E di esperienza lui ne ha messa parecchia, ma forse nessuno si sarebbe atteso risultati così immediati. «Muro invalicabi­le», «Roccia», «Immenso», «Campione» e ancora «partita mostruosa» o «migliore in campo» sono solo alcune delle risposte che Caceres ha ricevuto, segno che la sua importanza è diventata evidente. Eppure, su di lui e sulle sue doti, Montella non ha mai avuto dubbi, così come Pradè che in più di una circostanz­a aveva provato a prenderlo. Non gli era mai andata bene, né a Firenze, né a Roma né Genova, adesso la Fiorentina si gode un altro svincolato di lusso, oltre Ribery. Già, perché esattament­e come per il francese anche Caceres ha spazzato via qualsiasi scetticism­o con la tipica grinta sudamerica­na, quasi che gli ultimi anni fossero stati solo una parentesi.

Dopo sei stagioni ricche di successi in maglia bianconera sembrava che la sua parabola fosse in discesa. Reduce dalle esperienze con Southampto­n e Verona, nemmeno con la Lazio era tornato quello dei tempi migliori, mentre anche il ritorno a Torino nel gennaio 2019 non aveva funzionato.

In Uruguay, tuttavia, è sempre rimasto l’idolo dei tifosi. Con la maglia della Celeste, che indosserà anche nei prossimi giorni, Caceres sta per superare le 100 presenze e per tutti resta l’eroe che segnò il rigore decisivo contro l’Argentina di Messi in un quarto di finale della Coppa America vinta nel 2011. Quel trionfo gli costò moltissimo in termini di privacy, visto che nel corso dei festeggiam­enti negli spogliatoi il compagno di squadra Forlan pubblicò un video dove Caceres appariva completame­nte nudo, ma anche questo fa parte del personaggi­o, per tutti «El Pelado», «il pelato». Più che uno scherzo del destino un ricordo del passato, quando la madre gli tagliò tutti i capelli per evitare che prendesse i pidocchi. Da allora non ha più cambiato idea, ha sempre avuto i capelli lunghi e in campo si è sempre comportato da gladiatore.

Nell’anno giocato a Siviglia, stagione 2010/2011, in un contrasto con Llorente contro l’Athletic Bilbao si ruppe un dente senza che l’incidente gli impedisse di continuare a giocare, e più o meno allo stesso modo si comporterà qualche anno più tardi uscendo illeso da due brutti incidenti stradali: il primo su una Porsche con 30 punti di sutura per aver sfondato con la testa il parabrezza e il secondo su una Ferrari. Vicende che hanno reso la sua immagine forse trasgressi­va ma ancora più apprezzata dal popolo femminile. Nei suoi post non mancano mai i messaggi delle tifose pronte a ricordargl­i quanto sia «forte in campo e bellissimo fuori». Oggi Caceres è un uomo con meno grilli per la testa e con la compagna Natalia, due figli e gli amatissimi cani ha scelto di vivere in centro. Chi lo osserva in allenament­o racconta che sfodera la stessa grinta che mette in partita, anche a rischio d’infortunar­si come gli capitò prima della semifinale di Champions contro l’Ajax che attendeva la Juve, nella scorsa stagione. Di questo passo non ci sarebbe da stupirsi se Montella decidesse di non toglierlo più dalla difesa titolare.

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Martin Caceres difensore uruguaiano della Fiorentina

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