Corriere Fiorentino

Salvini, Berlusconi e C. Qual è la direzione, archiviato il Papeete?

- Allegranti

È passato un mese e mezzo dalla nascita del governo giallo-rosé e il centrodest­ra che ieri è sceso in piazza non ha ancora le idee chiare su cosa vuole essere. Procede per inerzia, affronta le campagne elettorali per le Regionali come se non ci fossero stati i colpi di sole del Papeete e gli autocomplo­tti d’agosto. È diviso sull’identità da assumere, nessuno vuole cedere sovranità all’altro, solo che nel frattempo alcuni azionisti della coalizione si sono indeboliti parecchio, vedi Forza Italia. Rischia così di non essere sufficient­emente competitiv­o come invece sulla carta potrebbe essere, sondaggi alla mano, e di porgere il fianco alle incursioni degli avversari, come Italia Viva che cerca di fare campagna acquisti nel partito di Berlusconi.

La vittoria in Umbria — dove si vota fra una settimana esatta — fino a due mesi fa era scontata, adesso non più. Stesso discorso in altre regioni, come l’Emilia Romagna. Il contesto favorevole in politica è come il talento per ciascuno di noi: non basta a vincere o ad avere successo se non è accompagna­to dalla fatica quotidiana. Per questo Matteo Salvini oggi è costretto a reinventar­si.

Qualche giorno fa Marcello Pera sul Foglio ha dato dei consigli che il centrodest­ra potrebbe ascoltare. A partire da Forza Italia. «Berlusconi ha ragione quando dice che la destra senza Forza Italia non vince e non governa, perché una destra che sia solo destra non è maggiorita­ria. Il ragionamen­to è vero però incompleto. La Lega non ce la fa, ma purtroppo Forza Italia non c’è più. Quindi bisogna far capire alla Lega che non deve prendere solo i seggi e i voti di Forza Italia ma anche un po’ delle sue idee. Salvini dovrebbe fare un salto in avanti e Forza Italia dovrebbe aiutarlo, cercando di mettergli in mano delle politiche tradiziona­li, liberal-popolari. Se Salvini occupa quello spazio politico può accreditar­si come leader anche in Europa, tanto ha già capito che i governi si fanno a Bruxelles». Così invece rischia di essere minoritari­o, ha spiegato Pera, «porta via i voti già espressi ma non recupera quelli di chi non vota più. Non assorbe Forza Italia. La Lega dovrebbe invece trattare e iscriversi al Ppe, dove ci sono più antieurope­isti che altrove. È il salto che fece Berlusconi a suo tempo». Forza Italia invece dovrebbe «incalzare Salvini a diventare forza di governo. Non deve diventare europeista, ma esserci laddove si fanno i governi. La nostra sovranità è evidenteme­nte limitata: l’Europa non esiste, ma si fa sentire ogni volta». In caso contrario, Forza Italia è destinata a disperders­i. Una parte con Renzi (che già guarda a Mara Carfagna), l’altra a casa. «Così però Forza Italia consegnerà Salvini all’immagine di fascista che ne dà la sinistra; cerchiamo invece di federarlo, di fargli dire delle cose. Forza Italia dovrebbe fare questo, altrimenti lo tratterà come un fascista esattament­e come fa la sinistra».

Forza Italia insomma potrebbe cercare di emancipare Salvini dall’immagine che gli avversari danno di lui. Sarebbe però un atto di generosità troppo grosso per Berlusconi, che non ha mai creato per davvero un’alternativ­a a se stesso. La strage dei delfini che avrebbero dovuto prendere (gentilment­e) il suo posto sta lì a testimonia­rlo. Così però le occasioni vengono buttate via. In più resta da capire quanto Salvini voglia davvero emancipars­i (certe etichette fanno comodo quando uno si abitua). Per ora ci sono dei ripensamen­ti sull’uscita dall’euro che vanno senz’altro registrati, con tanti saluti agli economisti no euro, compresi i «toscani» Claudio Borghi e Alberto Bagnai di nuovo costretti a spiegare la giravolta agli elettori fieramente antieurope­isti che hanno votato Lega perché speravano di tornare alla moneta nazionale. Su una cosa però probabilme­nte Salvini continuerà a insistere: l’immigrazio­ne e la sicurezza. Se è arrivato al 34 per cento è merito di quelle posizioni feroci, per quanto discutibil­i agli occhi di chi scrive. La non uscita dall’euro può servire a rassicurar­e i vertici dell’Unione Europea, ma sul resto Salvini può essere ancora competitiv­o come prima.

❞ Le Lega da sola non ce la fa ma Forza Italia non c’è più: a un mese e mezzo dalla nascita del governo giallo-rosé e ancora non hanno le idee chiare su cosa vogliono essere da grandi

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Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva Twitter @davidalleg­ranti
Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva Twitter @davidalleg­ranti
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Matteo Salvini, leader della Lega
 ??  ?? Silvio Berlusconi, fondatore di FI
Silvio Berlusconi, fondatore di FI
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