Corriere Fiorentino

Leopolda, l’invito del Pd toscano: «Italia Viva faccia la sua lista»

L’apertura di zingaretti­ani e renziani rimasti nei Democratic­i. Ma Boschi: sono il partito delle tasse

- Marzio Fatucchi

C’è una lista che si aggira per la Leopolda, anzi due. Mentre l’ex stazione si riempie di nuovo — con code fin dalle 6 di mattina — non solo di chi ha già aderito a Italia Viva, ma anche di chi è ancora incerto se uscire dal Pd e persino chi resta Democratic­o, c’è un solo tema di discussion­e: presentars­i subito o no alle elezioni locali. In tanti, tra chi ha già aderito al partito di Matteo Renzi, scalpitano per arrivare subito ad un appuntamen­to elettorale: per la Toscana, il prossimo sono le Regionali. Renzi ha traccheggi­ato sulla presentazi­one delle liste regionali di Italia Viva, aprendo solo in Emilia Romagna dopo l’auspicio del governator­e Bonaccini. Ieri Maria Elena Boschi ha rimarcato in modo duro la distanza dal Pd: «Credo che sia normale fra partiti diversi considerar­si avversari politici». E la sua frase sui Democratic­i diventati «il partito delle tasse» innesca una competizio­ne ed una polemica che mal si affianca con i toni di dialogo del sindaco Pd Dario Nardella del giorno prima.

Ma la Toscana, culla del renzismo, non può certo permetters­i scontri frontali, soprattutt­o nella fase nascente di Italia Viva. E così cominciano a farsi strada due alternativ­e. La prima, la più semplice, è presentare la lista di Italia Viva. Una scelta che convince chi, ovviamente, è già uscito dal Pd per diventare «vivaista», anche se non si espone: «Il nostro è un progetto a lungo termine: se può essere d’aiuto al centrosini­stra, ben venga», dice l’ex Democratic­o Edoardo Fanucci.

Antonio Mazzeo, che nel Pd è restato («resto, mi ricandido e resterò col Pd se eletto»), ribadisce: «Bisogna costruire ponti, non muri. Per vincere le Regionali c’è bisogno di una lista di centrosini­stra e una di Italia Viva. Certo, se qualcuno nel Pd non vuole fare accordo con Italia Viva, cambia tutto». Un tono polemico con il presidente Enrico Rossi, che aveva invitato i compagni Pd a non andare alla Leopolda? «Non prendo lezioni da uno che ha fatto scissioni», conclude Mazzeo. Il consiglier­e regionale Pd parla accanto a Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, invitato da Renzi alla Leopolda: «D’altra parte, ho tutte le forze politiche, Pd compreso, all’opposizion­e: potevo venire solo qui», scherza. Ma forse è venuto per altri motivi. È stato lui a lanciare l’idea di una lista civica del centrosini­stra e proprio alla Leopolda si comincia a parlare di una lista «Toscana democratic­a», con pezzi di civismo di area Pd e di Italia Civica uniti. È la seconda opzione, se Italia Viva non correrà col suo simbolo, presentato ieri: la scritta «Italia Viva» in blu e fucsia, con sopra una v stilizzata (o un gabbiano?). Pare l’idea piaccia anche ad alcuni pezzi di quel Pd (ancora) vicino a Renzi. Sembra ad esempio che i consiglier­i regionali Pd Stefano Scaramelli e Nicola Ciolini stiano pensando a questa opzione. Ma pesa il rapporto che il Pd nazionale di Zingaretti vorrà tenere nei confronti del M5S, dopo il risultato umbro: si cercherà l’alleanza anche in altre Regioni? Tema ricorrente, dal palco, dove si parla di astrofisic­a, politiche europee, in un flusso identico a se stesso, alla Leopolda: unica differenza, si fa sempre notare se chi parla è un ex del Pd. «Sta nell’ordine delle cose, che loro facciano la lista. Sappiamo che occorre allargare la coalizione», taglia corto la segretaria Pd Simona Bonafè. Per una volta il partito è compatto: «Io lo auspico, è un elemento di chiarezza per far luce su quella fascia grigia di chi ancora non si è capito cosa vuol fare, se restare o meno», aggiunge lo zingaretti­ano Valerio Fabiani. E poi, più renziani saranno in corsa in altre liste, meno preferenze toccherann­o agli ex renziani nel Pd...

Ma intanto Italia Viva deve diventare partito. Ieri alle Cascine piantato l’albero legato alle prime iscrizioni, alla presenza dell’assessore Pd Cecilia Del Re («Il ministro dell’Agricoltur­a Teresa Bellanova ha donato un albero al Comune, non potevo non esserci. Ma resto nel Pd», spiega Del Re). Restano aperti i Comitati di azione civica, prima ossatura del nascituro partito. Ettore Rosato e Bellanova sceglieran­no due coordinato­ri (uomodonna, forse anche ex Pd-mai stato nel Pd) per ogni provincia. In questa fase, solo i coordinato­ri avranno l’obbligo di iscrizione ad Italia Viva. Mentre si struttura territoria­lmente, Iv avvierà il percorso verso il partitopar­tito, con un congresso, a cui potranno partecipar­e gli iscritti tramite la piattaform­a online. Ci vorranno mesi, un tempo in cui il «manifesto dei valori» presentato ieri verrà declinato in proposte politiche. Chissà se il congresso arriverà prima o dopo le Regionali toscane.

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